SanremoYoung porta all’Ariston il bel miliardario di Pretty Woman, Richard Gere

17 febbraio 2018 | 00:15
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SanremoYoung porta all’Ariston il bel miliardario di Pretty Woman, Richard Gere
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SanremoYoung porta all’Ariston il bel miliardario di Pretty Woman, Richard Gere
SanremoYoung porta all’Ariston il bel miliardario di Pretty Woman, Richard Gere
SanremoYoung porta all’Ariston il bel miliardario di Pretty Woman, Richard Gere

Ieri sera la prima del teen talent di Rai 1 condotto da Antonella Clerici e, per l’occasione, con Paolo Bonolis nel ruolo di “showdown”

Sanremo. Tutte nelle braccia di Richard Gere. Passano gli anni ma il bel miliardario di Pretty Woman, oramai 68enne, continua a essere un sex symbol capace di conquistare eserciti di fan. Donne mature e ragazzine delle nuove generazioni, come quelle che ieri sera dal Teatro Ariston non hanno esitato in cori da stadio, urla e applausi a non finire.

Super ospite della serata di debutto di SanremoYoung, il nuovo teen talent di Rai 1 condotto da Antonella Clerici e dedicato a cantanti della generazione dei “Millennial”, la star più ambita di Hollywood con il suo leggendario ciuffo bianco (una volta anche nero e grigio) ha coronato il sogno di tutte le donne presenti, padrona di casa compresa che lo ha accolto con un immenso mazzo di rose rosse.

Rilassato, così come impone la filosofia di vita che segue, quella buddhista, l’attore ha tenuto la sua Tao Class rispondendo alle domande di un’emozionantissima Clerici ma anche a quelle dei piccoli e talentuosi protagonisti: «Siete dei ragazzi straordinari, alla vostra età avevo molta meno predisposizione di voi. La musica è sempre stata tra le mie passioni. In famiglia si faceva molta musica e tutti suonavano qualche strumento. Io dormo con una chitarra vicino al letto, è la prima cosa che tocco quando mi sveglio. Mi piace molto anche il pianoforte. Forse se non fossi diventato quello che sono oggi avrei fatto il musicista. Da giovane, prima di intraprendere la carriera di attore, portavo i capelli lunghissimi, andavo in motocicletta e partecipavo a complessi rock».

«Il mio percorso avrebbe potuto prendere strade differenti. Quanto al successo, bhe il successo è apparenza – ha aggiunto Gere che nella sua carriera ha recitato in oltre 50 film scrivendo gli ultimi 30 anni di storia del grande cinema – .Esistono diversi tipi di successo. Voi state iniziando ora a farvene un’idea che è in generale quella di essere riconosciuti dalla gente per il vostro talento, il vostro talento innato che vi rende unici. Ma c’è anche un altro tipo di successo ed è quello che evolve in calore, gentilezza, saggezza. Tutti quanti viviamo nell’illusione che è meglio restare separati dagli altri ma in realtà noi siamo gli altri, noi dipendiamo da loro e quando si comprende questo si può dire che abbiamo raggiunto il vero successo». Un insegnamento che ha fatto breccia nelle “testoline” delle vere stelle della prima di SanremoYoung: Alexéf, 14 anni, Matteo Markus Bok, 14 anni, Leonardo De Andres, 17 anni, Luna Farina, 16 anni, Elena Manuele, 15 anni, Bianca Moccia, 14 anni, Ouiam, 17 anni, Eleonora Pieri, 16 anni, Raffaele Renda, 17 anni, Rocco, 17 anni, Sharon, 15 anni, Zaira, 14 anni.

I 12 talenti 2.0 si sono esibiti dal vivo portando sul palco tutta la loro carica, la loro grinta, il loro coraggio. Accompagnati dalla SanremoYoung Orchestra, a sua volta composta da musicisti tra i 18 e i 25 anni, si sono sfidati interpretando un brano celebre scelto tra le 68 edizioni del Festival. Separati dai loro smatphone e dalle loro schiere di followers, i piccoli concorrenti (anche se poi di piccolo hanno dimostrato solo di possedere l’età anagrafica) si sono esibiti incoraggiati dalla conduttrice, quella Clerici cacciatrice di talenti che abbiamo imparato a conoscere durante “Ti lascio una canzone”, nonché dall’altro grande volto del piccolo schermo italiano, Paolo Bonolis.

Mamma rock dall’animo tenero la prima, scrutatore attento dalla battuta arguta il secondo, la coppia, «un amore da Riviera», come si è autodefinita in nome di quei Sanremo lontani ma condotti insieme, ha tenuto banco per tutta la durata del programma con siparietti comici e sketch maliziosi. Soprattutto Bonolis che, comodamente adagiato su una sedia da regista posta in mezzo al pubblico, ad ogni uscita è stato travolto da battiti di mani scroscianti provenienti da quella massa di giovani arrivati da tutta Italia solo per assistere a SanremoYoung. «È un mito», ha detto entusiasta un ventenne di Lodi commentando le performance dello showman, per l’occasione “giurato dei giurati”. Guida dell’Academy (formata da Mara Maionchi, Rocco Hunt, Iva Zanicchi, Marco Masini, Cristina D’Avena, Angelo Baiguini, Mietta, Elisabetta Canalis, Ricchi e Poveri e Baby K), il conduttore è stato infatti chiamato a cimentarsi nel ruolo dello “showdown”, salvando, tra i quattro cantanti nelle ultime posizioni in classifica, i due da far andare avanti e i due da far uscire dalla competizione. Purtroppo l’eliminazione è toccata ai bravissimi Alexèf e Sharon Caroccia.