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Imperiese spendeva i soldi del figlio infortunato senza autorizzazione, in aula i testi della difesa

20 febbraio 2018 | 12:17
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Imperiese spendeva i soldi del figlio infortunato senza autorizzazione, in aula i testi della difesa
Imperiese spendeva i soldi del figlio infortunato senza autorizzazione, in aula i testi della difesa
Imperiese spendeva i soldi del figlio infortunato senza autorizzazione, in aula i testi della difesa

Indagine avviata dopo la denuncia querela presentata dall’ex marito della donna

Imperia. Secondo l’accusa sostenuta dal pm Antonella Politi una donna sessantaduenne di Imperia avrebbe speso centinaia di migliaia di euro (si parla di oltre 250 mila euro) del risarcimento ottenuto dal figlio invalido dopo un grave incidente stradale avvenuto a Imperia diciotto anni fa. Il figlio era stato dichiarato interdetto e per un certo periodo di tempo era stato ricoverato anche in psichiatria.

Ad accettarlo è stata la guardia di finanza. Le spese non erano state autorizzate e mancavano le pezze giustificative da parte del tutore.

Il processo per peculato nei confronti della donna (difesa dall’avvocato Giannelli)  iniziato la settimana scorsa davanti al collegio presieduto dal giudice Donatella Aschero è proseguito oggi con una nuova sfilata di testimoni in questo caso della difesa.

A dare il via all’indagine poi sfociata nel processo è stata la denuncia querela presentata dall’ex marito della donna. “Con quei soldi ha acquistato una vasca idromassaggio e anche un appartamento a Ormea utilizzato solo due o tre volte”, ha detto in aula in apertura del processo che lo vede parte offesa.

In aula, la volta scorsa, è stato ascoltato anche il consulente Achille Fontana nominato dal giudice Domenico Varalli in occasione della perizia disposta nel 2012 che aveva come obiettivo la gestione del patrimonio dopo il risarcimento del danno di un milione e sessanta mila euro ottenuto dalla assicurazione Toro pagate in due tranche.

“Avevo rilevato una grande confusione anche documentale nella gestione del patrimonio anche sugli introiti visto che il ragazzo riceveva ventimila euro l’anno come indennità – ha detto in aula il consulente – Ci sono state delle spese ingiustificate. La ricostruzione è stata difficoltosa perché non c’erano documenti contabili. Si trattava di spese di varia natura: acquisto di due autovetture, di due case a Imperia e a Ormea, il dentista, gli avvocati, ma anche un acquisto costoso di scarpe per una cifra superiore ai duemila euro. Ci sono stati numerosi prelievi di di denaro in contante”. Il processo riprenderà con la deposizione anche dei familiari.