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Imperia, venerdì torna in tribunale la no border che ingiuriò il sindaco di Ventimiglia: previsto sit-in di solidali

6 febbraio 2018 | 17:52
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Imperia, venerdì torna in tribunale la no border che ingiuriò il sindaco di Ventimiglia: previsto sit-in di solidali

“Ma perché prendersela con il sindaco Ioculano?”

Imperia. Tornerà in tribunale venerdì prossimo alle 12, la 67enne no border imperiese Rosella Dominici, denunciata dal sindaco di Ventimiglia Enrico Ioculano per diffamazione aggravata. Il fatto che ha portato al provvedimento giudiziario risale al 30 settembre di tre anni fa quando, in occasione dello sgombero del presidio no borders dei Balzi Rossi, vicino al confine di Stato, la donna scrisse su Facebook “bastardo” all’indirizzo del primo cittadino ventimigliese.

Come per il giorno dell’apertura del processo, lo scorso 1 dicembre, anche per la seconda udienza di venerdì gli attivisti si stanno organizzando per testimoniare la loro solidarietà a Rosella, partecipando al’udienza in tribunale.

“Questa udienza dovrebbe vedere la partecipazione del Sindaco di Ventimiglia, assente alla precedente perché impegnato a farsi trattare da emulo dei nazisti da Vauro ad “Uno Mattina””, scrivono i no borders sulla pagina Facebook creata per promuovere “l’evento”. Sempre gli attivisti ricordano: “Il fatto che ha portato alla denuncia risale al 30 Settembre 2015 quando, in occasione dello sgombero del Presidio No Borders dei Balzi Rossi, Rosella scrisse su Facebook “bastardo” all’indirizzo del sindaco. Quel giorno la violenza dello Stato distrusse un campo autogestito da centinaia di solidali e migranti mettendo fine ad un’esperienza unica che aveva permesso di organizzare un’accoglienza dignitosa per chi, arrivato dall’Africa al confine con la Francia, scappava da fame, guerra e povertà. L’avvocato Alessandra Ballerini commentò lo sgombero del presidio con queste parole: “La solidarietà è un dovere imposto dall’articolo 2 della nostra Costituzione e questi ragazzi hanno passato intere giornate a sfamare e vestire i profughi, rispondendo a questo dovere”. Lo stesso Vescovo della Diocesi di Ventimiglia, Mons. Suetta, è più volte intervenuto sul tema, ponendo l’accento sul Diritto/dovere all’accoglienza sottolineando una delle più grandi qualità del presidio che “.. superava un aspetto puramente assistenziale, fornendo aiuto materiale ai migranti, ma li riconosceva come persone, …con affetto e vicinanza…”.

“Ma perché prendersela con il sindaco Ioculano?”: a chiederselo, sono gli stessi no borders. Ma la domanda è retorica, visto che la risposta (almeno la loro), la conoscono già: “Forse perché fin dai primi giorni ha ingenuamente creduto che fosse possibile ridurre il tutto ad un mero problema di ordine pubblico, senza rendersi conto della portata epocale del fenomeno, forse perché fin dal primo momento non ha pensato alla salute dei migranti dotando la zona di servizi igienici adeguati e di acqua potabile ed esponendoli di fatto a possibili inconvenienti sanitari.  Forse perché da mesi, come lui stesso afferma nelle interviste del giorno dello sgombero, auspicava questa soluzione con l’uso della forza. Forse perché l’accoglienza per il Sindaco è una questione di copertina, fatta di partecipazione a convegni, talk show ed inaugurazione di opere monumentali, come il”terzo Paradiso “di Pistoletto, là dove stavano i migranti, a ponte San Ludovico, accoglienza ben differente da chi lì stava sul serio. Sicuramente tutti questi motivi hanno concorso nell’individuare in Ioculano il principale obiettivo dello sfogo di Rosella, ma non solo, forse il motivo principale è stata la delusione per ciò che poteva essere e non è stato, per mancanza di coraggio, per opportunismo o per incapacità”.

“Ventimiglia aveva la possibilità di dare un segnale forte, poteva realmente diventare la “Città dell’Accoglienza”, gli ingredienti c’erano”, concludono gli attivisti, “Grande solidarietà, disponibilità da solidali e da organizzazioni legate alla chiesa e al mondo del volontariato, una diocesi aperta e disponibile, strutture… Quello che è mancato è stata la volontà di mettersi in gioco di avere il coraggio di affrontare il presente e progettare il futuro”.