Imperia, Ingrasciotta a processo per bancarotta fraudolenta, la difesa: “Niente distrazione fondi, solo retribuzioni dovute”

13 febbraio 2018 | 16:09
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Imperia, Ingrasciotta a processo per bancarotta fraudolenta, la difesa: “Niente distrazione fondi, solo retribuzioni dovute”

Lunga sfilata di testimoni oggi in Tribunale

Imperia. Sfilata di testimoni tra, oggi in Tribunale, nel processo per bancarotta fraudolenta che vede alla sbarra Gianni Ingrasciotta, ex amministratore unico della Coffee Time Srl di Sanremo. Secondo l’accusa, rappresentata dal Pm Antonella Politi, l’imputato, tra 2009 e il 2010, avrebbe distratto fondi dalla ditta poi fallita, facendo dei prelievi (sia bonifici che  in contanti) per puri scopi personali.

Sempre secondo il pubblico ministero, Ingrasciotta avrebbe anche intestato delle macchinette della Coffee Time ad un’altra ditta da lui amministrata – la Ingra Srl – con lo scopo di sottrarre crediti ai creditori. Di diverso avviso è la difesa, rappresentata dall’avvocato Giulio Bettazzi. Secondo il legale le somme prelevate dall’accusato sarebbero i compensi a lui dovuti come amministratore, pari a circa 24.000 euro mensili. Le macchinette poi, sempre secondo la tesi difensiva, sarebbero sempre rimaste nella disponibilità della Coffe Time, tanto da essere state cedute ai creditori in sede di fallimento.

A sfilare davanti al Collegio (presieduto dal giudice Donatella Aschero) diversi testimoni, tutti esaminati dal Pm e poi contro esaminati dalla difesa: i finanzieri che si occuparono delle indagini, l’amministratore giudiziario ed il curatore fallimentare della Coffee Time, due dipendenti e un colonnello della DIA in pensione. Proprio quest’ultimo, dopo aver elencato i travagliati trascorsi di Ingrasciotta ha avuto un acceso alterco con la moglie dell’imputato, presente nel pubblico. Il diverbio non è passato inosservato al collegio, che ha fatto allontanare la donna dall’aula.

Anche Ingrasciotta è stato ascoltato dal Pm. L’imputato ha ribadito che le somme prelevate erano sue retribuzioni e che la vendita delle macchinette era avvenuta dietro consiglio del suo commercialista. Il processo è stato aggiornato al prossimo 3 aprile.