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I giovani della provincia di Imperia per la prima volta alle urne tra speranza e disillusione

28 febbraio 2018 | 11:19
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I giovani della provincia di Imperia per la prima volta alle urne tra speranza e disillusione

Il 4 marzo visto dagli occhi di un gruppo di ragazzi tra i 18 e 20 anni

Imperia. Il voto, la sua formulazione e le sue conseguenze, queste le tematiche che Riviera24.it ha trattato con un gruppo di giovani imperiesi, intervistati in vista delle prossime elezioni parlamentari del 4 marzo, per comprendere quali siano le opinioni e i sentimenti che pervadono la generazione dei Millenials.

Saranno ben 500 mila i ragazzi nati tra il 1999 e il  2000 che in tutta Italia si recheranno alle urne per la loro “prima volta”. La cifra sale fino a 2 milioni e mezzo se si pensa che in queste elezioni faranno il loro esordio come elettori anche i giovani tra i 19 e i 23 anni che nel 2013, l’ultima volta che gli italiani sono stati chiamati al voto, erano ancora minorenni. Alla vigilia di questo importante evento nazionale, è stata data la possibilità di esprimersi ad alcuni giovani votanti della provincia di Imperia.

Le loro posizioni si sono rivelate contrastanti, ma utili per comprendere il metodo di ragionamento di questa nuova generazione: c’è chi afferma che nella giornata di domenica si recherà alle urne per manifestare il proprio diritto di voto come sancisce l’articolo 48 della Costituzione e chi invece, nonostante la giovanissima età, si mostra disilluso nei confronti del mondo politico, probabilmente condizionato dai genitori o dalle fake news sempre più diffuse sui social network, tanto da indurlo a decidere di non prendere parte alle votazioni. Perché del resto, l’interrogativo primo è questo: gli elettori della generazione Duemila andranno a votare?

C’è chi come il bordigotto Matteo, 20 anni, ne è certissimo: “Mi recherò sicuramente al seggio perché voglio votare e dire la mia”.

Non tutti sono però della sua stessa opinione. Tra questi c’è la 18enne Mara, nata e cresciuta a Ventimiglia, che sostiene decisa: “Penso che non andrò a votare, non credo nel mondo politico e voglio starne il più lontana possibile”.

Al contrario, qualcuno tentenna e non sapendo ancora con precisione cosa farà nella giornata di domenica, si riserva di prendere una decisione all’ultimo minuto. E’ il caso della sanremese Francesca, 19 anni, che confessa: “Sfrutterò questi ultimi giorni rimasti per delineare maggiormente la mia visione politica. Non ho ancora le idee chiare, forse chiederò consiglio ai miei genitori, ma forse”.

D’altra parte, per via della loro giovane età, è molto facile pensare che il voto dei più giovani non sia frutto di una scelta individuale, ma di un consiglio da parte di genitori, professori e amici. Ilenia, 20 anni, ventimigliese, però assicura: “Il voto è assolutamente una mia scelta. Ovviamente mi sono confrontata con altre persone, ho ascoltato la loro opinione. Però sarà una decisione che prenderò autonomamente”. Concorde a questa opinione è anche Simone, 19 anni di Sanremo, che afferma: “Mi interesso da diverso tempo alle varie ideologie politiche. So da me qual è il colore politico che più mi rappresenta e quale sia la mia coalizione di appartenenza. Mi sono informato attraverso la visione di talk show e blog online”.

La nuova generazione dunque non è condizionabile come invece si potrebbe pensare, ma prende in mano le redini del proprio futuro in maniera decisa. Dove si sono informati? L’ospedalettese Chiara, 18 anni, ha seguito attentamente molti programmi elettorali, anche se li ha giudicati troppo complicati. Come lei, tanti suoi coetanei, quasi tutti concordi, inoltre, nel ritenere che la scuola non informa assolutamente i ragazzi sul tema delle elezioni. “Il tema politico è trattato come un tabù – ammette Chiara –. I professori sembrano quasi disinteressati all’argomento, o quanto meno, non si preoccupano di spiegarcelo”. Dello stesso parere Carlotta, 20 anni, di Ventimiglia: “Credo che possa essere utile discutere di elezioni in classe. Ritengo si possa imparare anche dal dibattito, non solo studiando su un libro”. Meno preoccupata, invece, Giorgia, anche lei ventenne ma di Bordighera: “Nella mia classe la maggioranza sa chi votare, non abbiamo bisogno di alcuna spiegazione”.

Quello che i giovani criticano al mondo politico è il fatto di non pensare sufficientemente alla loro categoria: “Siamo abbandonati a noi stessi, si potrebbe fare molto di più, soprattutto per quanto riguarda il tema dell’alternanza scuola-lavoro”, sostiene Paolo, 18enne sanremese.

Ma cosa si aspettano le nuove generazioni da queste elezioni? Tutti sono accumunati da un desiderio di rinnovamento e cambiamento e qualcuno nutre delle speranze, come la vallecrosina Alice, 21 anni: “Speriamo che chiunque vinca si impegni affinché qualcosa cambi, ci credo profondamente”. Disillusi, purtroppo, Filippo, Sara e tanti altri che ammettono: “Non ci aspettiamo nulla, pensiamo che oramai siamo in un circolo vizioso quindi resterà tutto uguale a come è adesso. Di sicuro non si riuscirà a formare un governo e dovremo tornare a votare, si verificherà uno scenario instabile”.