Piscina sotto sequestro, indagine iniziata a novembre
Verifiche su eventuali casi di contaminazione da legionella fra coloro che hanno frequentato l’impianto
Imperia. Erano stati gli stessi militari del Noe, insieme ai finanzieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura, all’Arpal di genova e a due consulenti, Carlo Canossa dell’Asl genovese e l’ingegnere strutturista Enrico Sterpi anche lui del capoluogo ligure, era lo scorso 20 novembre, a compiere una serie di prelievi, rilievi e verifiche alla piscina Cascione di Imperia su disposizione del procuratore aggiunto Grazia Pradella e del suo vice Francesca Sussarellu.
Ed è stato proprio l’esame dei risultati degli accertamenti effettuati a novembre che ha portato al sequestro di oggi. Sul relativo verbale, che ipotizza il reato di omissione d’atti d’ufficio, al momento contro ignoti, si legge fra l’altro che nella piscina è stato causato un disastro ambientale mettendo in pericolo l’incolumità fisica di atleti e frequentatori e che sono state riscontrate gravi carenze tali da non consentire una corretta igienizzazione dell’impianto e garantire le condizioni minime di igiene.
Le relazioni dei tecnici, in particolare, evidenziano gravi e inspiegabili carenze documentali, contratti di pulizia mai stipulati e parlano inoltre di rotture e rattoppi malfatti nei rivestimenti delle vasche dove ai annida la sporcizia. Situazione simile riscontrata anche sugli spalti destinati al pubblico, oltre a incrostazioni nelle docce e negli spogliatoi.
Ora le indagini di carabinieri e finanzieri proseguono anche per verificare se l’Asl abbia registrato o meno casi di contaminazione da legionella fra coloro che hanno frequentato la piscina comunale imperiese.