Piscina Cascione, Rari Nantes Imperia: “Nelle analisi mai evidenziata presenza di Pseudomonas aeruginosa”
La società, difesa dall’avvocato Mario Leone, attende di ricevere il provvedimento di dissequestro dell’impianto firmato stamane dal gip Massimiliano Rainieri
Imperia. “Le analisi effettuate ogni 15 giorni nel periodo tra maggio 2017 e dicembre 2017 non hanno mai evidenziato la presenza di Pseudomonas aeruginosa”. Lo ha reso noto la società ASD Rari Nantes a seguito dei presunti casi di contagio (ad oggi sarebbero quattro) di infezione dal batterio sui quali la Procura sta indagando nell’ambito dell’inchiesta sulla piscina comunale Felice Cascione.
La società, difesa dall’avvocato Mario Leone, attende di ricevere il provvedimento di dissequestro dell’impianto firmato stamane dal gip Massimiliano Rainieri che non avrebbe ravvisato il reato di disastro ambientale colposo contestato dalla Procura di Imperia che martedì aveva predisposto il sequestro della piscina.
Nel frattempo, tramite il legale Leone, era stata presentata istanza di dissequestro per consentire “alla popolazione di accedervi (in piscina, n.d.a.) per la normale attività sportiva, essenziale per la città di Imperia”. Sempre nell’istanza, veniva richiesto il mantenimento del sequestro preventivo nei locali doccia (uomini, donna e disabili) sino alla conclusione della bonifica. Richiesta, questa, che andrà a decadere dal momento in cui la società avrà certezza del dissequestro ordinato dal gip.
“L’attività posta in essere dalla Rari Nantes non può certo considerarsi “abusiva” e nemmeno la rilevanza dei fatti contestati è tale per gravità ed estensione da poterli considerare un “disastro””, si legge nell’istanza presentata dal legale della società sportiva, “Il provvedimento cautelare è stato emesso sulla base di presupposti forniti principalmente dalla relazione dell’ARPAL non conformi alla reali situazione in cui versa l’impianto natatorio e come lo stesso viene gestito dalla società, ingenerando così ulteriore confusione nella vicenda”.
E ancora. “Contrariamente a quanto è dato leggere nel provvedimento cautelare, vengono effettuati annualmente nella piscina comunale molti interventi di manutenzione dell’impianto”. Mentre nella relazione presentata dalla Procura si fa riferimento a contratti di pulizia mai stipulati, la Rari Nantes specifica che “è destinato alla pulizia delle tribune, degli spogliatoi e dei locali in genere un dipendente a tempo pieno, come da contratto di lavoro subordinato annuale (sempre prorogato) del 1 ottobre 2016″.
A questo si va ad aggiungere “come accade normalmente nelle piscine”, l’intervento di pulizia a bordo vasca assicurato dai “3 bagnini dipendenti della Rari Nantes i quali la effettuano con prodotti specifici messi a loro disposizione e ritenuti congrui dalla stessa ARPAL”.
Per quanto riguarda le piastrelle staccate, la difesa sottolinea come “effettivamente nei giorni scorsi vi era stato qualche distacco, ma era già stata prevista l’immediata riparazione”.
“Assolutamente personale e priva di riscontri”, invece, sarebbe l’affermazione secondo la quale l’igienizzazione della piscina non è consentita a causa della mancanza temporanea delle piastrelle.
La società si è resa immediatamente disponibile a cambiare le pigne delle docce “ormai ricche di calcare e sicuramente vetuste” dove sono stati registrati alti livelli del batterio legionella pneumophila.