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Per i 100 anni di Natta visitano la tomba i ministri Orlando e Pinotti

7 gennaio 2018 | 11:18
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Per i 100 anni di Natta visitano la tomba i ministri Orlando e Pinotti
Per i 100 anni di Natta visitano la tomba i ministri Orlando e Pinotti
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Per i 100 anni di Natta visitano la tomba i ministri Orlando e Pinotti

L’ex segretario del PCI sepolto a Oneglia

Imperia. Una cerimonia di ricordo per i 100 anni della nascita di Alessandro Natta storico segretario del PCI sepolto nel cimitero di Oneglia. Un evento che ha visto al camposanto di Oneglia la partecipazione dei ministri Andrea Orlando e Roberta Pinotti. L’ex assessore Margini ha ricordato Natta come grande uomo. “Questo vuole essere un anniversario che è un valido motivo di un’attenta riflessione. Un dirigente di questa importanza non è stato ricordato come si doveva e noi siamo qui oggi per rendergli un doveroso omaggio”.

Orlando ha ricordato Natta come “un grande latinista e personaggio di grande peso culturale e non solo politico. Le sue orazioni erano delle lezioni universitarie a tutti gli effetti. Persona che non possiamo dimenticare. Aveva tutti gli strumenti per farsi comprendere anche da persone che venivano da esperienze diverse, dagli strati popolari della società, ai quali la forza politica che natta fu chiamato a guidare, guardava sempre con attenzione”.

Così lo ha ricordato Pinotti: “Natta faceva una ottima oratoria e sempre pregnante. Me lo ricordo quando non era più segretario io assessore in Provincia a Genova. Poco dopo l’uscita di un suo libro e lo aveva presentato con grande capacità e sobrietà e di questo ero rimasta colpita. Guardava le persone negli occhi e trasmetteva pensieri. Mi ha colpito tantissimo perché lo faceva sempre con grande umiltà. Ottima l’idea della rievocazione storica oggi a Imperia. In lui emergeva una grande passione limpida e sincera per il bene comune e una grande competenza”. Fiori sono stati poi posati sulla tomba del camposanto onegliese dove riposa anche la moglie Adele Morelli.

In primavera Imperia ricorderà Natta politico e non solo come uomo della Resistenza. Ad anticiparlo è stato Fulvio Vassallo, ex assessore regionale al Bilancio ed amico di Natta. Alla cerimonia c’erano anche tre ex sindaci di Imperia Luigi Sappa, Davide Berio e Giovanni Barbagallo, quindi i parlamentari Mario Tullo, Ugo Spossetti e Donatella Albano. Mario Margini ha anche letto una nota di Massimo D’Alema ex segretario dei Ds. Erano presenti ex amici storici di Natta, attuali consiglieri ed ex della giunta Capacci accompagnati dal segretario cittadino Antonio De Bonis e da quello provinciale Pietro Mannoni.

Una storia quella di Alessandro Natta degna di essere ricordata. Fu l'”ultimo segretario del PCI” per sua stessa definizione, anche se non storicamente (lo scrisse nelle proprie memorie), nacque nell’allora città ligure di Oneglia, sestogenito di una famiglia borghese e di tradizioni cattoliche (Un suo cugino fu Mario Ismaele Castellano arcivescovo di Siena). Oggi al cimitero di Oneglia, a 100 anni dalla sua nascita lo hanno ricordato i ministri Andrea Orlando e Roberta Pinotti, ma anche i massimi vertici del Pd regionale e nazionale.

La storia di Alessandro Natta che morì il 23 maggio 2001 a Imperia, è questa: si iscrisse dapprima a Lettere per poi frequentare la Scuola Normale Superiore di Pisa insieme a Carlo Azeglio Ciampi che fu poi presidente della Repubblica Italiana. Proprio a Pisa ebbe inizio la sua militanza antifascista, sotto l’influsso – più che del comunismo – della cultura liberal-socialista di Calogero e Capitini. Fu membro dei Gruppi Universitari Fascisti (GUF) di Pisa e scrisse alcuni articoletti culturali nella rivista di questo movimento fino al 1943.

Durante la seconda guerra mondiale venne inviato in Grecia, nel Dodecaneso italiano, e, nel caos dell’8 settembre 1943, partecipò a Rodi alla difesa dell’aeroporto di Gadurrà attaccato da forze tedesche. Imprigionato, rifiutò di collaborare con tedeschi e repubblichini e successivamente subì l’internamentoin un campo di prigionia nella stessa Rodi. Fu uno dei pochissimi italiani superstiti al naufragio del piroscafo Oria nel febbraio del 1944.

Natta rientra in Italia solo nell’agosto del 1945 e successivamente racconterà queste vicende, sue e degli altri internati italiani nei lager tedeschi, nel volume autobiografico L’altra Resistenza. Iscrittosi nello stesso anno al Partito Comunista Italiano di Imperia, vi si dedica a tempo pieno. Un impegno che lo vedrà successivamente consigliere comunale, segretario di federazione ed infine tra i protagonisti della vita del partito entrando a far parte dei massimi organismi assieme a Luigi Longo.

Stretto assertore della “via italiana al socialismo”, sarà vicino ad Enrico Berlinguer fino ad entrare nell’ufficio di segreteria. Nel 1966, insieme a Donato Scutari, partecipa a Sofia, in Bulgaria, alla Conferenza di tutti i dirigenti e Segretari dei Partiti comunisti del mondo, dove riesce a far passare la linea di non scomunicare il Partito Comunista Cinese. Nel 1969 sarà lui a tenere la relazione per l’espulsione del gruppo de il manifesto.

Il 26 giugno 1984, scomparso prematuramente Berlinguer, Natta diventa nuovo Segretario generale del PCI e, pur nella continuità con il predecessore, cercherà di stemperare i toni della polemica apertasi con il PCUS moscovita. Sarà addirittura protagonista di un viaggio nella capitale dell’allora Unione Sovietica organizzato da Armando Cossutta, che genererà furiose polemiche all’interno del partito.

Al congresso di Firenze del 1986 viene confermato segretario. Guida il partito alle elezioni politiche del 1987 con un programma denominato “Alternativa democratica”, ma il risultato delle urne non è favorevole al PCI. Il 30 aprile 1988 è colpito da un infarto mentre partecipa ad un evento politico; lascia quindi il 10 giugno la sua carica ad Achille Occhetto, esponente della generazione dei “quarantenni” con i quali il Partito Comunista Italiano concluderà la propria vicenda storica. Riguardo al modo in cui Occhetto venne decretato segretario, Natta espresse alcune critiche contenute in una lettera che egli stesso inviò ai membri del Partito, nella quale denunciava un comportamento non leale nei suoi confronti.

Natta è con il “Fronte del no”, insieme a Cossutta, quando Occhetto propone – nella storica svolta della Bolognina – il cambio del nome: egli è firmatario, con Aldo Tortorella e Pietro Ingrao, della mozione 2, che si propone di rinnovare la cultura politica del partito senza abbandonare il marxismo.
Quando sulle ceneri del PCI nasce il Partito Democratico della Sinistra, Natta non vi rimane, ma non aderisce nemmeno al Partito della Rifondazione Comunista, non ravvisando grosse prospettive nella nuova formazione politica creata da Cossutta, Sergio Garavini, Lucio Libertini ed altri. Nel 1991 abbandona formalmente la politica attiva con una lettera nella quale, oltre ad esprimere sfiducia verso tutta la classe politica del paese, respinge il progetto di repubblica presidenziale perseguito in quegli anni da Bettino Craxi.
Nel 1996 esprime la sua soddisfazione per l’ingresso (con il primo Governo Prodi) di PDS e Rifondazione Comunista nell’area di governo, mentre criticherà la scelta di Fausto Bertinotti, segretario del PRC, di togliergli la fiducia nel 1998.
Il 18 gennaio 2009, in occasione del novantesimo anniversario dalla sua nascita, la città di Imperia gli ha dedicato alla memoria il molo lungo di Oneglia, dove Natta amava passeggiare dopo essersi ritirato a vita privata. Inaugurato sempre alla sua memoria, un altorilievo bronzeo opera dello scultore piemontese Riccardo Cordero