Ospedaletti, settimana decisiva per Villa Sultana: a “giocarsi” il primo casinò d’Italia russi e italiani
Per rientrare nei tempi dello strumento urbanistico attuativo i lavori devono partire entro novembre 2018
Ospedaletti. Sono giorni cruciali per le sorti di Villa Sultana, storico edificio abbandonato da sessant’anni dove fu inaugurato nel lontano 1883 il primo casinò d’Italia. Sull’immobile di proprietà privata, danneggiato dal tempo e da alcuni incendi divampati all’interno della struttura – saltuariamente casa di fortuna per senza tetto – si è riacceso l’interesse di più di un potenziale acquirente.
A palazzo civico, negli ultimi giorni, sono tornati a bussare alla porta del sindaco Paolo Blancardi diversi soggetti per avere nformazioni fresche sulla storica villa di corso Regina Margherita. Tra questi l’accento ha tradito anche i rappresentanti di una cordata di imprenditori russi che già cinque anni fa si era affacciata alla soglia della città delle rose per capire qualcosa di più sulle sorti dell’ex casa da gioco.
L’ultima proposta però era arrivata in pompa magna dall’ingegner Gianfranco De Luigi, imprenditore e progettista che ha fatto della villa una vera passione, tanto da interessarsene quotidianamente. Il suo progetto prevede di trasformare i saloni in un grande teatro da oltre 2000 posti a sedere, al quale affiancare un albergo con 80 camere, suite e ristorante.
Il problema con cui le parti “in gioco” devono fare i conti è che il s.u.a. (strumento urbanistico attuativo) è in stand-by da 10 anni e scadrà a novembre 2018. Il che significa che se si vuole partire bisogna farlo subito, altrimenti i tempi tecnici rischiano di minare alle fondamenta la realizzazione dell’opera.
Se dovesse andare male e ogni trattativa in ballo saltare, occorrerà attendere il nuovo piano regolatore del Comune che andrà a stabilire la nuova destinazione d’uso di un bene pur sempre vincolato dalla soprintendenza.
Allo stato attuale sono autorizzati 5 mila metri cubi di residenze turistico alberghiere e 10 mila per abitazioni, tenendo presente che il perimetro del fabbricato non può essere alterato.
I russi sarebbero disposti a rinunciare alla costruzione degli appartamenti per avere più spazio dove collocare le suite di un albergo di lusso, visto che nelle ex sale da gioco e da ballo l’altezza delle soffitta non lascia tanti margini per puntare sul numero dei posti letto.
La società proprietaria del fabbricato, secondo indiscrezioni, avrebbe ricevuto recentemente un’offerta per l’acquisto del 51% delle proprie quote.
C’è di tutto un po’ nelle idee di chi vorrebbe fare proprio quel decadente gioiellino della Belle Époque. Villa Sultana: tra sogno e realtà.