Le Alpi Marittime candidate al Patrimonio Mondiale dell’Unesco, Italia capofila in collaborazione con Francia e Monaco

Culminano a 3.300 m di altitudine e si tuffano a 2.600 m di profondità
Finalmente, il grande giorno è arrivato. Dopo una lunga gestazione iniziata negli anni 2000, le “Alpi del Mediterraneo” sono candidate ufficialmente, oggi, a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Secondo quanto scrive Nice Matin, il merito va all’Italia, che ha ripreso questo progetto, condotto in collaborazione con Francia e Monaco.
Una proposta che parte da tre Stati: il caso è raro. Ma questa specificità è piuttosto probabile che attiri l’attenzione gli esperti dell’Unesco, sensibili alle candidature plurinazionali.
Concretamente, è un territorio immenso quello che si candida alla prestigiosa ed ambita etichetta dell’UNESCO. Le “Alpi del Mediterraneo” coprono circa 200.000 ettari, di cui 127.000 sono in territorio francese, principalmente nelle Alpi Marittime. Includono anche una parte del dominio marittimo monegasco.
In tutto, sono inclusi in questa zona circa 80 comuni, di cui più di 40 in Francia. Trentotto di loro si trovano nel Parco del Mercantour e ad est delle Alpi Marittime.
Perché un tale insieme geografico? Perché incarna una continuità geologica e riflette un processo di formazione montana che va avanti da oltre 400 milioni di anni.
Le “Alpi del Mediterraneo” culminano a 3.300 m di altitudine e si tuffano a 2.600 m di profondità. Originariamente, il progetto di classificazione riguardava solo la Valle delle Meraviglie. Nel corso del tempo, la candidatura ha ampliato la sua portata, ha acquisito una tripla nazionalità e ha riorientato i suoi argomenti.
La favolosa biodiversità ha quindi lasciato i riflettori per la storia geologica, particolarmente ricca, delle “Alpi del Mediterraneo”. Le argomentazioni scientifiche dovranno convincere gli esperti dell’Unesco del suo carattere “eccezionale”.
Il fascicolo della candidatura, composto da oltre 400 pagine, è stato presentato dalla delegazione italiana presso la sede dell’organizzazione internazionale questo mercoledì a Parigi. Il prossimo passo è la sua revisione da parte di UNICEN, l’Unione internazionale per la conservazione della natura, in febbraio-marzo.
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