La Rt decide di ricorrere in appello per non pagare 2 milioni di euro ai lavoratori
Unica strada per evitare il tracollo finanziario dopo la condanna del giudice
Imperia. C’è l’ok dal CdA della Riviera Trasporti per presentare ricorso in appello per il caso del pagamento di oltre due milioni di euro destinati ai lavoratori della Rt che hanno vinto la battaglia davanti al giudice De Martino.
La vicenda è quella relativa alla disdetta della contrattazione integrativa di secondo livello nei confronti dei dipendenti. Storia che aveva innescato una dura battaglia legale che si è conclusa con la condanna dell’azienda che gestisce il trasporto pubblico in provincia di Imperia e per la quale la Provincia ha allungato, nel corso dell’ultimo consiglio, il contratto per altri quattro anni.
Quella di ricorrere in appello è l’unica strada percorribile per cercare di mantenere in piedi l’azienda ed evitare il tracollo finanziario. Al momento l’unico documento ufficiale è la sentenza emessa dal giudice che ha ritenuto “illegittima la riduzione della retribuzione erogata al lavoratore, qualora la stessa non sia collegata ad una minore gravosità delle mansioni espletate, sia con riferimento al contenuto intrinseco della prestazione che alle concrete modalità della stessa”.
E si legge ancora: “E’ pertanto condivisibile la censura avanzata dagli istanti nei confronti del provvedimento datoriale, in relazione alla violazione del divieto di reformatio in peius del trattamento economico già acquisito, trattandosi di emolumenti versati dalla Azienda addirittura per alcuni decenni”.
In buona sostanza secondo i sindacati sarebbero stati violati gli accordi assunti con i lavoratori che erano stati sottoscritti tra il novembre 1983 e il marzo 1994 con l’azienda. A difendere i dipendenti che hanno innescato la battaglia contro la Rt era l’avvocato Giuseppe Acquarone del foro di Imperia.