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Imperia ricorda i reduci della campagna di Russia, l’ultimo viveva a Sanremo

26 gennaio 2018 | 19:24
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Imperia ricorda i reduci della campagna di Russia, l’ultimo viveva a Sanremo
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Imperia ricorda i reduci della campagna di Russia, l’ultimo viveva a Sanremo
Imperia ricorda i reduci della campagna di Russia, l’ultimo viveva a Sanremo

La provincia di Imperia ebbe 521 caduti

Imperia. Sono tutti deceduti i reduci della Divisione Alpina Cuneese che hanno partecipato alla storica Campagna di Russia. L’ultimo alpino, residente nel Sanremese, è morto pochi mesi fa, ma le gesta di questo soldato, come gli altri della provincia di Imperia che facevano parte della “mitica” Divisione Alpina Cuneese non finiranno nell’oblio. La provincia di Imperia conta ben 521 caduti in guerra.

Nel settantacinquesimo anniversario di quella missione di guerra dove venne confermato il valore delle Forze Armate italiane domenica prossima al cimitero di Oneglia si onorerà la memoria dei caduti e dei dispersi.

Alle 10,30 è previsto il raduno delle autorità e dei partecipanti presso l’entrato principale del camposanto, quindi alle 10,45 si svolgerà la tradizionale deposizione della corona di allora resa agli onori alla “Tomba Simbolica” dedicato ai caduti e dispersi con un intervento del dottor Paolo Alassio, autore del libro “Dalle Alpi Marittime alla Steppa Russa”. Alle 1130 sarò celebrata la santa messa nella parrocchia Sacra Famiglia in via Spontone con don Paolo Pozzoli animata dalla Corale Alpina “Monte Saccarello” dell’Ana di Imperia.

Dentro la storia

Il Corpo degli Alpini è costituito il 15 ottobre 1872 con firma del Decreto da parte di Vittorio Emanuele II°, a Napoli.

Il 31 ottobre 1935, mentre le truppe italiane marciano verso l’interno dell’Etiopia dopo avere occupato Adua, nascono le Divisioni alpine per la trasformazione dei Comandi Superiori Alpini e sono: 1 ^ TAURINENSE, 2^ TRIDENTINA, 3^ JULIA e 4^ CUNEENSE, con la scopo di “dare migliore assetto organico alla specialità alpina creata per operare in alta montagna e assicurare l’inviolabilità delle nostre frontiere alpine”.

La “Cuneense” nasce a Cuneo per trasformazione del 4° Comando Superiore Alpino “Cuneense” ed è costituita dal 1° Reggimento Alpini con i Battaglioni CEVA, PIEVE DI TECO e MONDOVI’; dal 2° Reggimento Alpini con i Battaglioni BORGO S. DALMAZZO, DRONERO e SALUZZO; dal 4° Reggimento Artiglieria Alpina (i così detti “montagnini”) con i Gruppi PINEROLO e MONDOVI’. Alla Campagna d’Africa partecipa il Battaglione “Pieve di Teco” il così detto ”Battajun anciua” essendo per la maggior parte composto di alpini liguri.

La breve storia della nostra Divisione si concentra nel periodo bellico mondiale 1940 – 45. E’ subito schierata insieme alla Divisione “Taurinense” a copertura della frontiera occidentale (famose le postazioni di Cima Marta del Monte Saccarello ed il Sentiero degli Alpini tra il Monte Pietravecchia ed il Monte Toraggio delle nostre Alpi Liguri). Dopo l’armistizio con la Francia, la Cuneense viene trasferita in Carnia.

Il 28 Ottobre 1940 viene dichiarata guerra alla Grecia. Le Truppe Alpine partecipano con la Divisione Julia ma le gravi e impreviste difficoltà obbligano l’impiego anche di altre Divisioni.
La Cuneense raggiunge l’Albania nel dicembre del 1940 è comandata dal Gen. Alberto Ferrero. Si distinguono per l’eroico comportamento i Battaglioni “Pieve di Teco” e “Mondovì”. L’11 marzo del 1941 la Divisione passa al comando del suo mitico Gen. Emilio Battisti. L’avventura nei Balcani termina con la conquista di Dibra ed il rimpatrio nel maggio 1941. Il 22 giugno 1941 la Germania nazista attacca l’Unione Sovietica su un fronte immenso che va dal Mar Nero al Baltico fino alla Camelia.

I successi tedeschi fanno fremere Mussolini. Viene costituito il CSIR (Corpo di Spedizione Italiano in Russia) e partono i primi contingenti (circa 225 convogli). La disperata resistenza dei russi costringe Hitler a chiedere l’impiego di truppe italiane sul fronte (almeno 800.000 uomini).

E’ così che inizia la leggenda della Divisione martire.
Gli alpini che erano destinati al Caucaso si trovano ad essere impiegati nella steppa. Inizia una strana guerra di difesa fino alla controffensiva della 62^ Armata sovietica che da il via alla tragica ritirata. E’ il 19 novembre 1942. Gli alpini marciano nella steppa in ripiegamento contrapponendo i fucili ai terribili carri armati T34. La Divisione “Julia” e la “Cuneense “ si imbattono nel più poderoso sbarramento approntato dai russi attorno ad un nucleo di questi carri. La mattina del 20 gennaio a Novo Postojalowska, dopo 30 ore di battaglia ininterrotta sono pressoché distrutte. Questa battaglia di cui tanti che hanno scritto della Campagna di Russia quasi nessuno si è occupato, è stata senza dubbio alcuno, la più lunga, la più dura e la più cruenta fra le molte sostenute dagli alpini. Può considerarsi, senz’altro tra le più gloriose pagine che essi hanno scritto nella loro storia. Le due Divisioni terminano il loro calvario il 28 gennaio 1943 a Waluiki.

Sul terrapieno della ferrovia si consuma l’ultimo sacrificio con il loro quasi totale annientamento. I pochi vivi si consegnano al nemico. I numeri tra caduti e dispersi, comprensivi di ufficiali, sottufficiali e truppa: Divisione Tridentina 1.730 ; Divisione Julia 9.790; Divisione Cuneense 13470. Va ricordata anche la Divisione di fanteria “Vicenza”, una divisione di riservisti mal equipaggiati che condivise la ritirata con il Battaglione Pieve di Teco. La “Vicenza” lasciò in Russia 6.840 uomini. La provincia di Imperia ebbe 521 caduti. La Divisione Cuneense non fu più ricostituita. Il ricordo di quei ragazzi figli della nostra terra rivive al Colle di Nava dove il Generale Emilio Battisti ha voluto essere sepolto per riposare simbolicamente accanto ai suoi figli.

Il Sacrario del Colle di Nava

Il 17 settembre 1950 venne inaugurato al Colle di Nava ai Caduti alpini. L’iniziativa era partita dal Capogruppo di Sanremo Giuseppe Colombo, gruppo all’epoca inquadrato nella Sezione di Savona in quanto quella di Imperia non era stata ancora ricostituita, che coinvolse i dirigenti delle Sezioni Liguri.
Quel giorno i molti alpini presenti decisero di rivedersi ogni anno la prima domenica di luglio.

L’anno successivo era presente anche il Generale Emilio Battisti, ultimo Comandante della “Cuneense” appena rientrato dalla prigionia che aveva scontato in Unione Sovietica, nella tristemente famosa Lubianka, dove era stato vittima di numerosi ed ingiustificati tormenti e sofferenze.

Battisti per il suo forte senso dell’onore e per la grande dignità si era meritato il titolo di VOT che, in russo, significa uomo.
In quell’occasione venne inaugurata l’aquila posta sul cippo che fu benedetta da Don Testa, Cappellano del Battaglione “Borgo San Dalmazzo”, di cui avevano fatto parte le M.O.V.O. imperiese Ten. Alessandro ANSELMI caduto il 20 gennaio 1943 nella terribile battaglia di Novo Postojalovka . Nella stessa battaglia veniva catturato il Ten. Andrea Gerbolini di Sanremo deceduto in prigionia per le gravi ferite nel marzo successivo mese di marzo, anch’egli decorato di M.O.V.M..
Battisti, sempre presente alla manifestazione, espresse il desiderio di dedicare questo sacro luogo agli alpini della sua Divisione per la maggior parte Liguri e Piemontesi perché aveva capito che la posizione di confine del Colle di Nava era ideale luogo di incontro per i reduci delle due regioni. Il generale andò oltre lasciando un testamento spirituale nel quale chiedeva che i suoi resti mortali riposassero nella cappella costruita nel 1958 ed ampliata qualche anno dopo, nel 1980 dai giovani della Sezione di Imperia.