Bioshopper obbligatori anche per comprare le sigarette: la protesta dei tabaccai sanremesi

12 gennaio 2018 | 13:04
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Bioshopper obbligatori anche per comprare le sigarette: la protesta dei tabaccai sanremesi
Bioshopper obbligatori anche per comprare le sigarette: la protesta dei tabaccai sanremesi
Bioshopper obbligatori anche per comprare le sigarette: la protesta dei tabaccai sanremesi

“Non sarà facile spiegare ai clienti, specialmente a quelli stranieri, che le buste non possono essere incluse nel prezzo”

Sanremo. Non sembra aver pacela polemica sui bioshopper, i sacchetti biodegradabili che dal 1° gennaio 2018 devono essere obbligatoriamente messi a scontrino da negozi di alimentari, supermercati e adesso anche dalle tabaccherie.

La Fit, Federazione italiana tabaccai, ha infatti emesso una circolare che informa i titolari delle tabaccherie dell’introduzione dei nuovi sacchetti biodegradabili che dovranno essere battuti sullo scontrino come qualsiasi altro prodotto.

Come hanno infatti denunciato alcuni commercianti a Sanremo, anche per chi acquista le sigarette, già tassate in quanto monopolio di Sato, si aggiungerà la mini-tassa dei sacchetti bio.

I sacchetti rientreranno, infatti, come un prodotto vero e proprio nel conto dei ricavi delle attività, che a fine hanno si ritroveranno a versare le imposte anche per i ‘guadagni’ ottenuti dai sacchetti.

Sebbene il costo di ogni singola busta si aggiri intorno ai 3 – 5 centesimi di euro, alla fine dell’anno la cifra ottenuta dalla loro ‘vendita’ può arrivare a superare le centinaia di euro e, secondo quanto previsto dalla legge, dovrà essere sottoposta alla tassazione come qualsiasi altro ricavo dell’attività.

Come se non bastasse, l’obbligo di ‘battere’ i sacchetti sullo scontrino impone ai commercianti di adeguare o apportare alcune modifiche al registratore di cassa che dovrà essere dotato di un tasto apposito per poter inserire le buste e i sacchetti sullo scontrino fiscale.

I tabaccai lamentano in particolare che, a differenza di altri tipi di attività commerciali, come panetterie, fruttivendoli o supermercati, la vendita di tabacchi non permette alcun margine di aumento nel prezzo dei prodotti, in quanto i prezzi sono strettamente fissati dallo Stato, e per queste attività non vi è nessuna possibilità di ‘ammortizzare’ il costo dei sacchetti.

Per questo, denunciano i commercianti, la ‘mini-tassa’ sui bioshopper si abbatte in maniera più incisiva sui ricavi dei tabaccai.

Intanto, i titolari delle tabaccherie si stanno già attrezzando per avvisare i propri clienti sull’introduzione dei sacchetti bio che per legge devono essere ceduti a pagamento e il cui prezzo di vendita deve risultare sullo scontrino fiscale.

“Un’operazione non sempre facile – spiegano alcuni tabaccai – specialmente in una città turistica come Sanremo, dove arrivano clienti francesi, tedeschi o inglesi e bisogna spiegare anche a loro che le buste non possono essere incluse nel prezzo”.