Vallecrosia, l’associazione culturale “Il ponte” presenta il libro “Il Cammino Del Giappone. Shikoku e gli 88 templi”

Un viaggio nel cuore del buddismo giapponese che Luigi Gatti, viaggiatore ed esperto di cultura nipponica, ha raccontato nel suo libro
Vallecrosia. Presso il Carpe Diem di via Colonnello Aprosio, 219 (angolo via Roma), l’associazione culturale “Il ponte”
presenterà il nuovo libro di Luigi Gatti: “Il Cammino Del Giappone. Shikoku e gli 88 templi”.
Una nuova meta per la comunità dei pellegrini: il Giappone. Destinazione l’isola di Shikoku e i suoi 88 templi. Un viaggio nel cuore del buddismo giapponese che Luigi Gatti, viaggiatore ed esperto di cultura nipponica, ha raccontato nel suo libro. Gatti, dopo aver percorso tutte le varianti del Cammino di Santiago, per una serie di coincidenze umane e professionali, si trova ad affrontare il viaggio sulle tracce di Kōbō Daishi, il monaco che diffuse il buddismo in Giappone, lungo il percorso di circa 1200 chilometri che tocca i templi dell’isola. Diventa così un Ohenro, un pellegrino del Cammino dello Shikoku.
Nel libro il racconto del viaggio a piedi, in un ambiente che offre scorci di rara bellezza, si mescola a consigli pratici, storie dei luoghi e resoconti, spesso spassosi e sconcertanti, dell’incontro con la cultura nipponica lontana, anzi lontanissima, dalla nostra. Ma il Cammino del Giappone è soprattutto un viaggio spirituale, molto più solitario rispetto ai tradizionali cammini europei. Gli 88 templi sono suddivisi in quattro gruppi che corrispondono al numero delle prefetture dell’isola. A ognuno di essi è stato attribuito un nome buddista dōjō, ovvero relativo a un ruolo di formazione spirituale. A Tokushima, ci sono i templi del risveglio dell’anima; a Kochi ci sono quelli dedicati alla preparazione ascetica; a Ehime ci sono i ventisei dedicati all’illuminazione. E infine, l’ultima prefettura, Kagawa, è il sito del Nirvana.
Di tappa in tappa il libro consegna al lettore una dimensione del Cammino scandita da nomi che rimandano allo stesso tempo a sfide fisiche e spirituali come gli Henro korogashi, letteralmente “laddove il pellegrino crolla”. Lungo la strada, spartane casupole michi no eki sono le fermate: semplici panche di faggio offrono un economico, anche se non comodo, rifugio per la notte dotato di servizi igienici.
“Come in ogni pellegrinaggio la vera anima del Cammino sono stati gli incontri – scrive Gatti – Gli abitanti dello Shikoku e gli Ohenro sono riusciti nell’impresa di regalarmi ogni giorno qualcosa di nuovo e sorprendente. Mi hanno mostrato sfaccettature della loro cultura che ignoravo. Dalle loro azioni e parole, ho imparato molto più di quanto avessi immaginato e sperato”.
Il pellegrino che voglia diventare Ohenro e affrontare il Cammino del Giappone trova in questo diario-guida anche un glossario delleparole giapponesi, le note di pronuncia e una carta geografica con il posizionamento e le distanze tra gli 88 templi.
Sabato, alla presentazione presso il Carpe Diem, sarà presente l’autore che ci racconterà personalmente il suo viaggio alla scoperta del Paese del Sol Levante e del Cammino del Giappone, un percorso circolare di 1200 chilometri nell’isola di Shikoku. Lungo questo itinerario, che si snoda tra città e zone rurali, tra risaie e foreste di cedri secolari, si incontrano gli 88 templi del Buddhismo della «Parola Vera», il Buddhismo Shingon.