Sanremo, la storia di Romeo gatto mascotte da telenovela a complotto, gli animalisti dell’AIDAA: “Non è mai tornato a casa”

4 dicembre 2017 | 17:36
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Sanremo, la storia di Romeo gatto mascotte da telenovela a complotto, gli animalisti dell’AIDAA: “Non è mai tornato a casa”

L’associazione aveva già denunciato il direttore dell’ospedale

Sanremo. Quando sembrava essersi quietata, la vicenda torna a far parlare e varca ancora i confini cittadini, dopo essere già stata su tutti i maggiori media e quotidiani nazionali. E oramai siamo arrivati al limite della telenovela. La storia è quella che coinvolge il gatto “Romeo”: il micione che alcune settimane fa era stato allontanato dall’ospedale, a seguito di un esposto, e poi preso in casa da un’infermiera. Era scappato e in seguito ritornato nella sua nuova dimora. Nel mentre l’associazione animalista AIDAA (Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente) aveva denunciato il direttore dell’ospedale per maltrattamento di animali e per violazione della legge 281/91 contro il randagismo. E nel mentre si era scatenata sui social un ‘ondata di opinioni contrastanti: chi pro Romeo all’ospedale e chi contro. Sicuramente la storia ha sucistato un clamore eccessivo, non motivato inoltre dal fatto che il micio ora ha una casa e sta bene.

Ma quando, come spesso accade, in molti, se non tutti si dimenticano, salta fuori chi “mantiene vivo il ricordo” e ne continua a fare proprio cavallo di battaglia. Tornano infatti “ a bomba” sull’argomento quelli della AIDAA, che sembrano quasi vedere il complotto dietro la vicenda del gatto mascotte: “ Di colpo è calato il silenzio assoluto sul gatto Romeo – si legge in un comunicato dell’associazione animalista – Secondo quanto riportato dall’adottante il gatto era poi tornato a casa e successivamente era stato poi adottato da lei – riferendosi alla vicenda della fuga – Ma con il passare dei giorni sono cresciute le perplessità attorno a questo epilogo, ad alimentare i sospetti di molti che si sono rivolti ad AIDAA l’assenza di fatto assoluta di nuove fotografie del gatto dopo che era rientrato al domicilio, la strada adozione fatta in maniera non molto ortodossa affidando il gatto ad una persona a cui lo stesso era già scappato, una serie di altre cose compreso il fatto che la casa dell’adottante da direttamente su una strada e sopratutto il silenzio attorno a chi avesse firmato l’adozione essendo un gatto di colonia il quale non può essere allontanato se non per gravi motivi, ed in questo caso i gravi motivi erano superati dalle denunce e l’adottante forse non ha i requisiti di norma e legge e comunque non avrebbe potuto adottare il gatto in quanto ella stessa avrebbe fatto una violazione (e con lei chi ha firmato i moduli di adozione) della 281/91”. Secondo l’AIDAA Romeo sarebbe la momento irrintracciabile.

Ma non è finita qui: “Abbiamo scritto anche noi alla presunta adottante del gatto che non ha mai risposto a quella che era una nostra semplice richiesta di una foto di Romeo felice nella sua nuova casa–  dice Lorenzo Croce presidente di AIDAA – ci sono poi le richieste pressanti delle persone che hanno seguito la vicenda e che vorrebbero sapere come è finita realmente, ma non solo- continua Croce- ci piacerebbe vedere i documenti di adozione di un gatto che appartiene a una colonia per capirne le motivazioni con le quali non si è voluto far tornare il gatto in ospedale. Insomma ci sono molte cose che sarebbe buona cosa fossero chiarite – continua Croce – magari anche mostrando una foto del gatto che vive felice nella nuova casa, altrimenti i rischi di alimentare un sospetto che rischia a sua volta di tradursi in una richiesta ulteriore di chiarimenti attraverso la magistratura appare senza alternativa, quindi alla padrona del gatto – conclude Croce- o a chi ne ha garantito la cessione chiediamo di battere un colpo e di spiegare come sono andate veramente le cose, visto che qualcuno, spero in maniera sbagliata, comincia a pensare che Romeo in realtà non sia mai rientrato in quella casa”.