Sanremo, condannato il pusher che con una dose tagliata male aveva provocato la morte di Renè Albanese

24 dicembre 2017 | 14:11
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Sanremo, condannato il pusher che con una dose tagliata male aveva provocato la morte di Renè Albanese

Dopo il decesso del 37enne nel 2013 erano scattate le indagini dei carabinieri

Sanremo. Era il 9 aprile del 2013 quando il corpo senza vita di Renè Albanese, cameriere di 37 anni, veniva rinvenuto in salita Grand Hotel, il vicolo che costeggia il Grand Hotel des Anglais. Poco lontano dal corpo, i carabinieri della compagnia di Sanremo avevano trovato una siringa contenente la dose letale di eroina che aveva causato il decesso dell’uomo.

Ieri, a distanza di 4 anni, il pusher che gliel’aveva venduta è stato arrestato da quegli stessi militari che avevano avuto il triste compito di avvertire la famiglia del decesso di Renè. Lo spacciatore, A.M., marocchino 36enne regolarmente residente nel territorio nazionale, è stato condannato a un totale di 3 anni, 5 mesi e 6 giorni, al termine del quale verrà applicata la misura dell’espulsione dal territorio nazionale. I giudici della Corte d’Appello di Genova che lo hanno condannato non lo hanno però ritenuto responsabile della morte di Albanese, in quanto “non consapevole che la dose ceduta fosse tagliata male”. La pena comminata, da scontare in carcere, è legata ai tanti reati commessi a Sanremo dal marocchino, reati legati sempre allo spaccio di stupefacenti.

Ma era stata proprio quell’overdose a far scattare le indagini dei carabinieri, che sono riusciti a risalire al pusher, identificandolo nel marocchino. E non solo: l’attività investigativa aveva consentito ai militari di neutralizzare una pericolosa banda di extracomunitari dedita al traffico di stupefacenti.