Sanremo, Amaie unica salvezza di Rivieracqua, ma i tempi per il conferimento saranno prorogati dal consiglio




Con 200 dipendenti coinvolti, le inchieste e la posizione critica di Imperia, l’amministrazione vuole informare i cittadini su quanto sta accadendo
Sanremo. Doveva avvenire entro i primi di dicembre, secondo quanto deciso nello stesso consiglio comunale della città dei fiori, il conferimento del ramo idrico di Amaie in Riviaracqua Scpa, l’azienda pubblica che per legge dovrà gestire il servizio idrico integrato del comprensorio dei Comuni di ponente.
Ma non sarà così. Infatti – spiega il consigliere Alessandro Sindoni, delegato della maggioranza ad occuparsi di questa delicata pratica che coinvolge oltre 200 dipendenti della storica impresa del Comune: “Gli uffici hanno bisogno di più tempo per perfezionare la separazione tra ramo elettrico e ramo idrico di Amaie. Sia chiaro però che quel che è successo alla società pubblica consortile in quest’ultimo periodo non motiva la proroga che voteremo.
Certo stiamo monitorando costantemente la situazione – continua Sindoni – perché se noi entriamo e poi Rivieracqua fallisce cosa succede? Per questo ho chiesto agli uffici di relazionare nel prossimo consiglio comunale, perché vogliamo e dobbiamo informare la cittadinanza su quanto sta accadendo. Fermo restando che la nostra idea rimane quella di continuare il percorso di rafforzamento del gestore unico.”
E’ anche vero che diversamente non potrebbe essere. Infatti Amaie è tra le società che non hanno potuto godere della “salvaguardia”, ovvero una tutela giuridica che permettesse loro di continuare il proprio esercizio senza entrare all’interno di un gestore unico provinciale. Sta continuando a gestire il servizio in un regime “provvisorio” ma per quanto ancora potrebbe farlo senza l’ingresso in Rivieracqua?
Poi c’è tutta la partita del patrimonio immobiliare di Amaie, “un patrimonio immenso” come lo definisce Sindoni, “che vogliamo salvaguardare affinché gli immobili acquistati con i soldi delle bollette dei sanremesi non rischino di riempire una scatola che può finire per collassare”.
L’unico modo per patrimonializzare Rivieracqua sembra essere proprio il conferimento dei beni di Amaie (che ne è già socia per statuto insieme alla Secom di Taggia), senza i quali le banche non sono disposte a concedere credito.
Rivieracqua, una vicenda che si complica di giorno in giorno.