L’Unione Sanremo non partecipa alla gara per Pian di Poma, deserta l’asta del Comune

22 dicembre 2017 | 16:03
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L’Unione Sanremo non partecipa alla gara per Pian di Poma, deserta l’asta del Comune
L’Unione Sanremo non partecipa alla gara per Pian di Poma, deserta l’asta del Comune
L’Unione Sanremo non partecipa alla gara per Pian di Poma, deserta l’asta del Comune

“Condizioni impraticabili” per la proprietà biancoazzurra. Palazzo Bellevue valuta la gestione diretta

Sanremo. Deserta. Così è finita l’asta per la gestione dei campi da calcio di Pian di Poma. Stamattina, come anticipato ieri da queste colonne, il termine ultimo per la consegna delle offerte.

Alla scadenza delle 13.01, sono ferme a zero le buste recapitate all’attenzione dell’ufficio protocollo del Comune. Questo significa che al 31 dicembre gli impianti dovranno essere lasciati dall’Unione Sanremo che oggi li gestisce e affitta alle altre associazioni sportive.

Stupore negli uffici di palazzo Bellevue per l’esito di un bando pubblicato anche su richiesta dei club.

Ora tecnicamente si aprono le porte per due strade: la prima andare in trattativa diretta con l’Unione Sanremo e quindi cercare l’accordo sulle condizioni del futuro affidamento (sarà anche l’occasione per chiarire il caso utenze, luce e tassa rifiuti, che il Comune non ha mai chiesto negli ultimi cinque anni) oppure non si esclude l’ipotesi della gestione diretta comunale. Prima però facilmente verrà concessa una proroga.

Abbastanza scontato che alla gara partecipasse soltanto la Sanremese, unica società sul territorio che ha i numeri per continuare a gestire l’impianto pubblico. Ma allora perché non è andata così?

La risposta alla nostra domanda arriva dal presidente Glauco Ferrara, a nome della proprietà biancoazzurra: “Non abbiamo presentato offerte per via dell’eccessiva onerosità del bando, in quanto il Comune ci chiede l’accollo delle spese ordinarie, straordinarie, nonché di tutte le utenze.

Il che obbligherebbe la società ad uno sforzo nei confronti dei propri associati che non riteniamo giusto, vista la funzione sociale dello sport e la difficoltà economica quindi in cui potrebbero trovarsi tutte le piccole associazioni.”

La “partita”, ferma sullo 0 a 0, ora si sposta ai tempi supplementari.