La Procura di Genova nega l’estradizione per il milionario russo arrestato lo scorso febbraio a Ventimiglia

4 dicembre 2017 | 16:36
Share0
La Procura di Genova nega l’estradizione per il milionario russo arrestato lo scorso febbraio a Ventimiglia

Si rischia la crisi diplomatica Italia-Russia?

Ventimiglia. Prosegue l’affaire internazionale legato al milionario russo M. N., 53enne ricercato dalla Federazione Russa per omicidio, e arrestato lo scorso 20 febbraio dai militari del raggruppamento Nord Ovest dell’esercito e dagli agenti della polizia di frontiera.

La Procura generale di Genova, ha infatti depositato le carte per chiedere ai giudici di negare l’estradizione nella Federazione Russa, ritenendo “lacunose” le prove fornite da Mosca. Il sostituto procuratore Enrico Zucca, ha inoltre ritenuto che il processo nei confronti di M. N. potrebbe essere “politicamente strumentale”.

N., cittadino svizzero con un secondo passaporto israeliano era stato arrestato al confine italiano mentre stava oltrepassando la frontiera a bordo di un fuori strada con targa tedesca per raggiungere un gruppo di amici in un noto ristorante di Ventimiglia.

Dopo alcuni accertamenti, il servizio Interpol aveva portato alla luce una condanna all’ergastolo spiccata dalle autorità russe nei confronti di ., il quale tra il 2013 e il 2014, unitamente ad altre persone, avrebbe creato un’associazione criminale per appropriarsi, in maniera fraudolenta, di beni immobili per oltre un milione di rubli russi appartenenti a Alexander Mineev, un milionario russo fondatore della catena di negozi Partiya.

Per portare a termine il loro piano criminale, il 22 gennaio del 2014, a Korolev, nelle vicinanze di Mosca, N. e i suoi complici avevano ucciso Mineev, colpendolo a morte con un fucile d’assalto AK mentre si trovava all’interno della sua Land Rover. Gli assassini si erano poi dati immediatamente alla fuga.

Pare anche che N. facesse parte della cerchia di persone legate all’oligarca dissidente e nemico storico del presidente russo Vladimir Putin, Boris Berezovsky, morto a Londra nel 2013 in circostanze ancora da chiarire.

Ad insospettire militari e agenti, impegnati in un normale servizio di controllo alla frontiera di Ponte San Ludovico nella notte del 19 febbraio scorso, era stato il nervosismo del 53enne, che continuava a lamentare il fatto di essere in ritardo all’appuntamento con gli amici a Ventimiglia.

A quell’appuntamento, N. non ci arrivò mai perché fu subito trasferito nella casa circondariale di Sanremo.