I Solidali del Ponente: “A Ventimiglia tra opportunismi e reticenze arriva il gelo. Aspettiamo altre vittime di frontiera per parlarne?”

9 dicembre 2017 | 13:58
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I Solidali del Ponente: “A Ventimiglia tra opportunismi e reticenze arriva il gelo. Aspettiamo altre vittime di frontiera per parlarne?”

“Il Centro CRI è praticamente full, sono ospitate circa 500 persone di cui alcune nelle tende”

Ventimiglia. Scrivono i “Solidali del Ponente Ligure”: “In questi ultimi tempi, abbiamo assistito a dichiarazioni sbalorditive da parte del sindaco di Ventimiglia Ioculano e da tutta quanta l’amministrazione. Non che sia una novità, nel recente trascorso , il Sindaco ci ha abituato a frequenti isteriche cadute di stile: polemiche con il Vescovo Mons. Suetta riguardo all’assistenza data alle Gianchette e alla proposta di un centro per Minori presso il Convento dei Frati Minimi e anatemi vari scagliati contro i “noborders”, considerati la “vera sciagura” di Ventimiglia.

Il Sindaco insomma, invece di amministrare, mediare, comprendere, si erge a Giudice e Decide…..decide cosa sia giusto o sbagliato, cosa sia solidarietà e cosa non lo sia , Papa e Re! Decide quali debbano essere le linee di condotta dell’accoglienza da parte della Chiesa e dei Volontari solidali.

Solo pochi mesi fa , veniva esaltato lo sforzo per allargare il Campo Roja e portarlo ad una “capacità” di 500 posti, campo che avrebbe dovuto essere attrezzato per accogliere anche i soggetti più indifesi, Donne , Famiglie e minori non accompagnati, rendendo inutile , e quindi da chiudere , il centro delle Gianchette. Il Centro viene fatto chiudere a metà Agosto e i Minori collocati all’interno del Campo CRI in barba alle leggi italiane (legge Zampa n°47 del 07/04/2017) ed europee che regolano il diritto di asilo ed accoglienza ai minori non accompagnati.
L’esigenza, in estate, è quella di concentrare “l’accoglienza” al centro CRI, per motivi di “maggior controllo” e per “alleggerire” il quartiere di Roverino Gianchette; si dispongono sgomberi per motivi igienici e si richiedono addirittura presidi con l’esercito per evitare campi informali(richiesta, come ricorda durante il Consiglio del 21 Novembre , più volte avanzata, più volte promessa, ma mai ottenuta) Negli ultimi mesi però, c’è una ulteriore accelerazione, si comincia a parlare insistentemente di chiusura del Parco Roja
Sembra proprio che l’obiettivo, condiviso da tutto il Consiglio Comunale di Ventimiglia, maggioranza e opposizione, Sindaco in testa , sia quello di una progressiva chiusura del campo CRI, così come emerge con particolare chiarezza dall’intervento durante il Consiglio Comunale del 21 Novembre e dalle dichiarazioni rilasciate a Genova a margine della conferenza stampa in Regione sul convegno “Ventimiglia Porta d’Europa”, esprimendo soddisfazione per il cambio di passo nell’attenzione del governo sulla situazione dei migranti a Ventimiglia e ottimismo per la riduzione dei flussi.

Purtroppo la realtà è ben altra! Se andiamo a guardare i dati , tutto questo “Minnitiano” ottimismo sulla riduzione dei flussi palesato dal Sindaco, non trova alcun riscontro nella realtà di Ventimiglia come emerge dai dati della Caritas Intemelia e come ben argomenta Alice Spagnolo in un articolo su Riviera 24 del 30 novembre dall’eloquente titolo “Ventimiglia, 500 migranti al Parco Roja: numeri come in estate, cinque volte superiori a quelli dell’inverno scorso” e come conferma lo stesso Prefetto , il quale però tende a sottolineare che “ molte di queste sono persone con tanto di permesso, sono migranti regolari sul nostro territorio e quindi non si può procedere a deportazione di soggetti che sono liberi di circolare “

caritas

E allora è interessante chiederci dove si vuole andare, quale sia la strategia e l’obiettivo delle esternazioni e dell’agire dell’Amministrazione Comunale di Ventimiglia, ma più in generale delle Istituzioni, in particolare della Prefettura di Imperia. Piacerebbe sapere insomma che cosa dovrebbe succedere a quelle 700/750 persone migranti presenti a Ventimiglia se vogliamo andare ad “una progressiva chiusura del parco Roja”?….stiamo forse pensando ad una “soluzione finale”?

Questo è il quadro di insieme della situazione Ventimigliese caratterizzato da incongruenze e schizofrenie , che vengono probabilmente dilatati oltremisura dalla complessità del fenomeno ma soprattutto da opportunismi politici e da “opportunità” di sviluppo commerciale: la “Zona Franca Urbana” e la sua pioggia di milioni, la sdemanializzazione dell’area FS, la ricerca del consenso in funzione elettorale….
……ma oggi, 8 dicembre il problema immediato e cogente è un altro: il gelo!

A Ventimiglia il Centro CRI è praticamente full, sono ospitate circa 500 persone di cui alcune nelle tende. Altre , circa 250 cercano di sopravvivere tra accampamenti improvvisati sotto il ponte, ripari di fortuna, fuochi, anfratti vari; tra loro molti minori e famiglie con bimbi e tutti, chi più, chi meno con problemi sanitari determinati dalle durissime condizioni di vita all’addiaccio e da malnutrizione.
Le condizioni meteorologiche stanno precipitando in queste ore, sono previste gelate anche sulla costa con minime attorno allo o.
Non è una situazione di emergenza questa?
Non dovrebbe attivarsi l’Amministrazione, la Protezione Civile , la Prefettura, la Diocesi stessa per far fronte a questa Emergenza Umanitaria?
Non si venga a proporre , come da qualcuno già suggerito, uno sgombero umanitario…. Li abbiamo già visti, gli sgomberi, aggiungono solamente nuova violenza su soggetti già provati da innumerevoli sofferenze.
Riapriamo Gianchette, riapriamo almeno temporaneamente spazi protetti alla stazione, facciamo qualcosa prima che succeda l’ennesimo, irreparabile “Omicidio di Frontiera” perché come ci insegna Ioculano “Non sono i centri d’accoglienza che attirano le persone, ma le frontiere.”