A 81 anni la campionessa di tiro con l’arco Franca Biasoli continua la sua passione: “Faccio gare solo per me stessa”

Ha girato il mondo e ha conseguito tutti i record Fita ed Indoor dal 1973
Ventimiglia. Franca Biasoli vive a Diano Marina, ha 81 anni ed è una campionessa di tiro con l’arco. “Ho iniziato a tirare con l’arco nel 1973 – racconta Franca – Nel ’75 ho fatto poi i primi Mondiali. Ho iniziato da grande, intorno ai 35-36 anni. Purtroppo ho iniziato tardi”. “La passione è iniziata quando ho visto quelli che arrivavano dalle Olimpiadi e avevano già più di sessant’anni. Dopo aver visto loro ho voluto provare. Nel ’73 ho iniziato la prima gara che ho finito con 900 punti sulle quattro distanze. Nel ’74 ho detto i mille li faccio, li ho fatti e così dopo ho fatto i miei primi Mondiali, che si sono tenuti vicino a Ginevra”.
Da quando iniziò questa disciplina sportiva ha fatto man bassa di primati, uno resiste ancora, sia in Italia che in giro per il mondo. Si è classificata seconda al campionato italiano a Belluno, nel ’75 venne chiamata in Nazionale per prendere parte al suo primo campionato del mondo, durante il quale ottiene un risultato sorprendente: arriva 16esima assoluta su 92 concorrenti. “Dopo ho fatto diverse competizioni e ho fatto anche un po’ da “trascinatrice” perché c’erano quelle più giovani di me che facevano di più e così mi sono detta che io non potevo fare di meno. Ho fatto i Mondiali in Germania, dove sono arrivata quarta e ho fatto il mio record personale, le Olimpiadi a Montreal, dove fui la prima italiana a superare i 1200 punti, poi sono andata a Mosca, dopo quattro anni, e ho fatto la seconda Olimpiadi. Alla terza non sono andata perché facevamo troppo e così è stato deciso di mandare solo una del gruppo ed è stata mandata un’altra. Ho viaggiato molto, ero sempre in giro e avevo sempre la valigia pronta. Mi allenavo quasi tutti i giorni, perché avevo un campo solo per me che potevo usare quando volevo. A Mosca mi ricordo che avevo tirato bene ma poi i flettenti si erano un po’ girati e così mi sono fermata per un anno” – narra l’esperta tiratrice. In dieci anni, dal 1975 all’85, la Biasioli conquistò 15 record nazionali, 8 all’aperto e 7 al chiuso, ma raggiunto il vertice della carriera sportiva si allontana dalle competizioni per circa un anno.
“Ho vinto la prima gara mondiale che ho fatto in casa vicino alla Sardegna. Lì mio marito non era venuto e mi ricordo che alle ultime tre frecce ho pianto. Prima di iniziare a tirare mi sono messa a piangere e l’allenatore mi ha detto: “Come tu ti metti a piangere ora che devi tirare tre frecce?”. “Sì, perché ho visto quella là che ha fatto dieci, e io non l’ho fatto, ho fatto solo nove”. Poi alla fine della gara ho detto alla ragazza: “hai vinto tu”. È lei mi ha risposto: “no, perché il primo giorno ho fatto zero”. È così le ho risposto: “allora ho vinto io””. Una signora del tiro con l’arco che ha conseguito tutti i record Fita ed Indoor: titoli nazionali ed internazionali, dieci anni di Nazionale, due Olimpiadi, Medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo, sette titoli italiani Tiro alla Targa Seniores e3 titoli Tiro alla Targa Master.
Nel 1985 la campionessa conclude l’attività internazionale con un 26° posto nei mondiali di Seul. In quell’occasione la sua prestazione viene compromessa da un infortunio ad una gamba che non le permette di ripetere il 6 posto (seconda delle italiane) ottenuto in una gara a Pechino. “Ho smesso alle Olimpiadi a Seul, lì ho fatto l’ultima gara perché mi ero fatta male alla gamba. Una volta a casa ho detto a mio marito che non avrei fatto più niente e lui mi ha detto non fare più niente. È così ho concluso la mia carriera, però ho continuato da sola allenandomi in casa tirando a otto-nove metri”.
“Di questo sport mi piace poter continuare a tirare e vedere quello che faccio. Mi ha sempre dato tanta tranquillità, tanta serenità anche perché quando sono in gara e magari comincio a fare delle situazioni che non mi vengono bene e perciò mi arrabbio, però poi mi passa subito perché so che ormai la freccia è scoccata e non posso fare più nulla. Ora a 81 anni mi alleno tre volte a settimana (il lunedì, il mercoledì e il venerdì) e faccio ancora qualche gara ma ho finito da molto tempo la mia carriera. Ho fatto un’operazione alla gamba e al ginocchio e perciò non faccio più le competizioni grandi, solo qualche gara per me stessa. Ho vinto titoli italiani, ho fatto campionati, qualcuno l’ho vinto altri no, ho fatto mondiali e olimpiadi. Ho fatto tutto quello che dovevo fare e non ho nessun rimpianto. Sono sempre stata fedele alla Compagnia Arcieri di Alpignano.Ero più conosciuta all’estero che in Italia e mi dicevano di essere quella che doveva “raccattare” le più giovani. Così ho iniziato a circondarmi di ragazze più giovani con le quali gareggiavo e a Berlino siamo riuscite ad arrivare terze. Ero contentissima” – dice.
“Ora non so se farò la prossima gara a gennaio che sarà ad Alassio, vedremo cosa riuscirò a fare. Alla fin fine al 20 di gennaio mi sono un po’ messa nelle condizioni di poter fare ancora qualcosa ma alla fine quello che riesco a fare lo faccio. Io faccio sempre per conto mio, non mi interesso degli altri, penso solo a quello che devo fare. Quest’anno ho fatto i cinque e venti, i cinquecentosei e i cinquecento e due. Sono gare che non faccio più per fare i punti ma solo per me” – afferma.
“Il tiro con l’arco nel tempo è cambiato, non c’è più la stessa attenzione che vi era una volta, dove vi era un allenatore che seguiva un solo ragazzo, ora vi è un istruttore unico per tutti i ragazzi che si allenano per andare ai Mondiali o alle Olimpiadi – fa notare la campionessa – In questo sport ho visto molti cambiamenti nel materiale, la maggior parte ha un’attrezzatura moderna e super equipaggiata. Tutti tirano nel bersaglio piccolo visto che hanno il compound. Io non l’ho mai usato ho sempre usato solo l’arco olimpico. Grazie al quale ho fatto 1292, 1291, 1290 ma non sono riuscita a fare il mille e tre. Avevo le frecce in carbonio. Il materiale ora è cambiato”.