Ventimiglia, Ioculano: “Ok i rimpatri, ma più veloci. I delinquenti qui non li vogliamo”
“Basta essere capro espiatorio: abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere”
Ventimiglia. “E’ necessario capire qual è il ruolo di ciascuno”. Lo ha detto chiaro il sindaco Enrico Ioculano (Pd) che ha convocato un vertice nel palazzo comunale per fare il punto sulla situazione che sta vivendo la città di confine da quando, circa un mese fa, sono iniziati ad arrivare magrebini, ed in particolare tunisini, “che non scappano da nulla e non sono bisognosi”.
“Ad agosto il numero di migranti era diminuito”, ha spiegato Ioculano, “Quindici-venti giorni fa il flusso è cambiato: ci siamo trovati davanti persone non in stato di bisogno, ma dei delinquenti”. A testimonianza di questo, il numero crescente di aggressioni, culminate con la violenza sessuale di mercoledì sera, ai danni di una commessa 25enne che stava chiudendo il negozio di borse in cui lavora.
Ioculano non ci sta a fare da capro espiatorio per una situazione sfuggita di mano alle alte sfere e stigmatizza il comportamento di chi “si è svegliato solo ora”, riferendosi, anche senza fare nomi, alle compagini politiche di colore opposto a quello del suo partito che, in questi giorni, hanno esternato le proprie posizioni tramite social network e media.
“Di questo fatto noi eravamo già consapevoli prima e per questo abbiamo preso provvedimenti come l’ordinanza contro la vendita di alcolici”, ha precisato il sindaco, “Questo è l’unico strumento che ho, come sindaco”.
“Di quello che ci compete, prendiamo anche delle misure, ma con l’immigrazione i sindaci non c’entrano assolutamente nulla”, ha aggiunto Ioculano, visibilmente irato per le critiche che hanno colpito la sua amministrazione in generale e lui in particolare per ciò che concerne l’emergenza migranti a Ventimiglia.
Quali soluzioni?“Queste persone devono essere prese e portate via, quindi i rimpatri vanno benissimo, ma devono essere più veloci e soprattutto deve essere interrotto questo flusso”, ha detto il sindaco, “Inoltre non è più possibile tollerare la situazione creatasi sul greto del fiume Roja: va ripristinato uno stato di legalità”.
Lo sfogo del sindaco Enrico Ioculano
“Quello che dovevamo fare lo abbiamo fatto in modo non ideologico”, ha continuato il primo cittadino, che dichiara di essersi trovato tra due fronti, quello dei “buonisti” e quello “di chi dice di no a tutto”: “Soluzioni, però, non ne hanno portate nessuna”.
“Sono tre anni che la città è logorata da una situazione che diventa quotidianamente difficile”, ha aggiunto Ioculano nel suo sfogo, “Siamo stanchi tutti quanti e anche gli spilli ora fanno rumore: e non serve la manifestazione a dirlo, non serve la raccolta di firme perché è da tanto che noi lo stiamo dicendo”. A questo proposito, il sindaco ha ricordato l’ordinanza che vietava la somministrazione di alimenti e bevande al di fuori dei centri stabiliti della Caritas e della Croce Rossa: “Un’ordinanza scomoda dal punto di vista mediatico, che però ha portato i suoi risultati ma che non è stata difesa da nessuno”, ha detto Ioculano, “C’è stato un silenzio vergognoso da parte di tutti quelli che ora gridano”.
“Quando è morto quel ragazzo accoltellato al mercato di Torino, nessuno ha chiesto le dimissioni del sindaco”, ha concluso, “Allora ognuno si faccia il suo esame di coscienza , di cosa ha fatto e di cosa non ha fatto, perché i rappresentanti in parlamento ce li abbiamo tutti, a portare la gente in piazza siamo bravi tutti, a risolvere le questioni no”.