Sanremo, cacciato Romeo: la mascotte dell’ospedale che coccolava i malati

16 novembre 2017 | 11:23
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Sanremo, cacciato Romeo: la mascotte dell’ospedale che coccolava i malati

Alla notizia il popolo degli internauti si è mobilitato per far ritornare il micio in quella che era diventata la sua casa e dove lo stesso personale medico gli garantiva un minimo di sussistenza

Sanremo. Il suo nome è Romeo, come il personaggio shakespeariano simbolo dell’amore romantico ma anche come il passionale protagonista con i baffi del film d’animazione “Gli Aristogatti”. Romeo è un gatto, un gatto tigrato apparentemente senza famiglia che per quindici anni ha vissuto presso l’ospedale di Sanremo: gironzolava in portineria, si accoccolava sopra o sotto le sedie della sala d’aspetto del Pronto Soccorso, faceva le fusa ai piccoli ma anche ai grandi malati regalando loro rari  momenti di gioia nell’attesa talvolta infernale e angosciante delle visite mediche.

Romeo era la deliziosa mascotte del “Borea”. Era, perché qualcheduno non meglio precisato si è lamentato della sua presenza sul gruppo Facebook “Sei di Sanremo se…” e ha aizzato un’incresciosa polemica incentrata su questioni igieniche che ha fatto scattare i controlli da parte della direzione sanitaria. Così Romeo è stata portato via.

Alla notizia, il popolo degli internauti si è mobilitato per far ritornare il micio in quella che era diventata la sua casa e dove lo stesso personale medico gli garantiva un minimo di sussistenza. Addirittura, è stato coniato l’hashtag #rivogliamoromeoacasa, che in poco tempo è rimbalzato sui profili Facebook di tanti sanremesi, ed è stato creato il gruppo “Romeo pet terapy”, una comunità ad oggi di 294 membri intitolata “la pagina di Romeo… che cura chi si cura!”. Perché al di là di tutto, la sola presenza di Romeo fra i corridoi dell’ospedale era per pazienti e visitatori una vera e propria medicina, una pillola inaudita capace di migliorare la terapia tradizionale basandosi esclusivamente sul potere delle emozioni.

Sulla vicenda in molti hanno gridato allo scandalo, all’indecenza, hanno additato il “delatore” come persona crudele. Altri sono andati oltre, hanno smosso paragoni sostenendo che è preferibile un gatto piuttosto che i senzatetto che sono soliti frequentare l’ospedale o per ripararsi durante la notte o semplicemente per trascorrere il tempo. C’è stato poi chi alle parole spese dietro una tastiera ha scelto di agire concretamente. Si tratta di un’infermiera che già in passato aveva provveduto a curare e sostenere il benessere di Romeo e che ora lo ha ufficialmente adottando portandolo nella sua casa e accogliendolo nella sua famiglia.