Rivieracqua, ecco chi sono gli indagati nella nuova inchiesta sul gestore unico provinciale
Si tratta di Massimo Donzella, storico esponente politico; Sonia Balestra, commercialista sanremese e Gabriele Saldo, ex direttore generale
Imperia. Fanno capo ad un altro e nuovo filone d’inchiesta le perquisizioni della Guardia di Finanza, all’opera da questa mattina nella sede imperiese e sanremese di Rivieracqua, società pubblica consortile partecipata da molti Comuni della provincia e da Amaie e Secom (la prima del Comune di Sanremo, la seconda – si occupa della depurazione – di Taggia) che dovrà diventare il gestore unico del comprensorio di ponente.
Nel Cda volti nuovi e vecchi della politica Imperiese, ora tutti sotto indagine. Massimo Donzella, avvocato, è stato scelto come nuovo presidente del consorzio pubblico ad agosto 2016. Nome proposto dal Partito Democratico, con il quale ha governato a Genova da consigliere regionale, nelle file dell’Udc, sotto l’amministrazione Burlando.
Il suo passato però ha attraversato correnti diverse. Proviene infatti da Forza Italia, partito dal quale si era allontanato dopo essere stato eletto in consiglio comunale a Sanremo. All’attivo anche l’elezione in consiglio provinciale.
Il volto nuovo è invece Sonia Balestra, commercialista sanremese, scelta dall’allora sindaco di Taggia Vincenzo Genduso, paladino di quei primi cittadini che erano stati ribattezzati “i sindaci dell’acqua pubblica” durante il referendum del 2011. Balestra è un tecnico e militante del coordinamento per l’acqua pubblica imperiese.
Nelle operazioni di questa mattina è stato perquisito anche il suo ufficio e quelli di altri professionisti della città dei fiori.
Gabriele Saldo, esponente di Forza Italia ed ex consigliere regionale, chiudeva il trio del consiglio di amministrazione prima di dimettersi a seguito dell’inchiesta che lo vede indagato per truffa e rivelazione di segreto d’ufficio e per la quale erano scattati gli arresti domiciliari. In un primo momento aveva mantenuto le funzioni di direttore generale, salvo poi dimettersi anche da quella carica.
Spese non giustificate, sia per beni privati che per consulenze e non regolare tenuta dei libri sociali sono le ipotesi di reato a carico dei tre indagati.