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Monesi un anno dopo l’alluvione, il sindaco Pelassa: “Si lavora per ripartire”

24 novembre 2017 | 19:22
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Monesi un anno dopo l’alluvione, il sindaco Pelassa: “Si lavora per ripartire”
Monesi un anno dopo l’alluvione, il sindaco Pelassa: “Si lavora per ripartire”
Monesi un anno dopo l’alluvione, il sindaco Pelassa: “Si lavora per ripartire”
Monesi un anno dopo l’alluvione, il sindaco Pelassa: “Si lavora per ripartire”

Luogo magico, nel cuore delle Alpi che nella notte tra il 24 e il 25 novembre venne devastato da una bomba d’acqua

Mendatica. E’ un luogo magico, nel cuore delle Alpi che nella notte tra il 24 e il 25 novembre dell’anno scorso aveva conosciuto la più grande catastrofe della sua storia. Sono passati 365 giorni e la “zona rossa” è ancora inaccessibile, ma forse non lo sarà ancora a lungo, questo è l’auspicio di tutti.

Il sindaco di Mendatica Piero Pelassa, mai avrebbe immaginato di dover trascorrere un anno al telefono, giorno e notte, di partecipare a riunioni fiume e chiedere alla Regione l’attenzione massima di cui necessitava questo territorio, conosciuto come stazione sciistica e luogo per escursioni da fiaba che non per un paese che all’improvviso ha conosciuto la fine del mondo.

Monesi è diventata il simbolo della devastazione di quella bomba d’acqua sganciata dal cielo che quella notte del 24 novembre ha fatto franare tutto trascinando con sé anche le case. Ma non per questo gli abitanti della frazione di Mendatica si sono persi d’animo. Il sindaco Pelassa, con la stessa pazienza, annuncia anche una novità: “La strada alternativa, quella che passa sopra le case della zona rossa, si farà. La gara d’appalto potrebbe partire entro la fine dell’anno o al massimo nei primi mesi del 2018”.  Pelassa  lo dice dopo aver incontrato tecnici e geologi, dopo aver avuto contatti frequenti con la Regione perché ha un obiettivo da raggiungere e non ci dorme di notte. “La nostra Monesi deve ripartire”.

Con i soldi arrivati dalla Regione sono state effettuate perizie e carotaggi, ma tutto il territorio, prima ancora che scoppiasse quella bomba d’acqua devastante, era stato inserito in un progetto di grande valore chiamato Alcotra relativo alla Protezione Civile.

Ci sono insomma iniziative che possono dare una svolta al paese, ma ci sono due nemici, come sempre, da combattere: tempo e burocrazia. E la seconda voce quella che più preoccupa. E’ un freno a mano su tutto. Senza dimenticare questo paradiso terrestre si trova tra due province diverse, due regioni diverse, al confine con uno Stato diverso e in un Parco straordinario che può e deve ripartire ma con l’aiuto di enti nazionali e magari anche europei. Pelassa non è abituato a sognare, è uomo pratico. “Un anno fa l’alluvione ha aperto ferite difficili da rimarginare, ma assicuro che non vi è mai stato giorno sul calendario che l’amministrazione si è rassegnata. L’impegno profuso proseguirà fino a quando, giustamente, il territorio tornerà ad essere quella Monesi che tutti conoscono, quella delle escursioni, dell’outdoor, della natura incontaminata da vivere tutti i mesi dell’anno”.