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L’Inps chiede un centesimo ad un’azienda di Imperia: “Noi prigionieri del Durc”

16 novembre 2017 | 18:43
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L’Inps chiede un centesimo ad un’azienda di Imperia: “Noi prigionieri del Durc”
L’Inps chiede un centesimo ad un’azienda di Imperia: “Noi prigionieri del Durc”
L’Inps chiede un centesimo ad un’azienda di Imperia: “Noi prigionieri del Durc”
L’Inps chiede un centesimo ad un’azienda di Imperia: “Noi prigionieri del Durc”

Computer “pignolo” blocca le commesse della Neon Riviera, storica azienda di via Magenta

Imperia. Un computer preciso fino al centesimo, fin troppo. E’ proprio il caso di dirlo. Tanto preciso che ha bloccato le commesse di un’azienda di Imperia, la “Neon Riviera” di via Magenta. Impresa artigianale storica rimasta “prigioniera” della burocrazia tanto da vedersi negare il Durc, ovvero l’attestazione della regolarità contributiva Inps per l’aggiudicazione dell’appalto o per la stesura del contratto. Trattandosi spesso di lavori che si protraggono nel tempo, il documento di regolarità contributiva viene richiesto anche per il pagamento delle fatture e dello stato avanzamento lavori e per il saldo finale.

In questo caso, sarebbe stato proprio il computer fin troppo “pignolo” dell’Istituto previdenziale ad aver fatto emergere una irregolarità di un centesimo nel pagamento dei contributi.

Una storia che ha visto protagonisti, loro malgrado, i fratelli Saverio e Vincenzo Monorchio, titolari dal 1965 di un’azienda che produce insegne luminose. Ironia della sorte anche per l’Inps, l’Agenzia delle Entrate e Equitalia. “Il mese scorso – raccontano – è arrivata una lettera nella quale ci veniva richiesto di metterci in regola pagando un centesimo. Ci siamo guardati in faccia e ci siamo messi a ridere credendo fosse uno scherzo o un errore del computer. Ma era tutto vero”.

Ma la seconda parte della storia è  ancora più complicata. Come poter pagare quel centesimo e ottenere il Durc? I due fratelli si sono messi col cuore in pace. Hanno chiesto al loro commercialista di risolvere la questione. E’ iniziato un fitto scambio di email con l’Inps. E qualcosa forse si è sbloccato proprio oggi. “Siamo riusciti a pagare il centesimo – dicono scherzandoci sopra  – e il Durc è arrivato al commercialista. I lavori che ci hanno commissionato ora possono uscire dal laboratorio”.

In questa storia davvero paradossale c’è spazio per un altro capitolo: “Un sacco di anni fa eravamo noi ad essere creditori nei confronti dell’Inps. Ci doveva 1000 lire. Anche quella volta ci siamo guardati in faccia e dopo una bella risata abbiamo lasciato perdere e abbiamo pensato che con quei soldi si potevano pagare un caffé”.