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Imperia, per la morte di Matteo Maragliotti depongono in aula i medici:”Dimesso con la mononucleosi”

27 novembre 2017 | 10:47
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Imperia, per la morte di Matteo Maragliotti depongono in aula i medici:”Dimesso con la mononucleosi”

Ad ascoltare in aula i genitori del quindicenne che morì cinque anni fa

Imperia. Nuova udienza per la morte di Matteo Maragliotti, il quindicenne deceduto quattro anni fa all’ospedale di Sanremo. Sotto processo il medico curante Roberta Thomatis accusata di omicidio colposo.

Oggi soni ascoltati i consulenti della difesa in particolare il dottor Sebastiano Fichera, medico del pronto soccorso di Imperia: “Lo avevamo visitato e sottoposto ad accertamenti medici e poi dimesso per una sospetta mononucleosi tanto che avevo prescritto l’esame per il giorno dopo. Il ragazzo non presentava sintomi di sinusite. Avevo riscontrato le tonsille ingrossate. Il padre mi aveva detto che aveva iniziato una terapia antibiotica per una settimana”.

Ha testimoniato anche un altro medico, Luca Acquarone, in servizio al pronto soccorso: “Lo avevamo visitato in un secondo momento il 19 gennaio, le condizioni erano serie, ma non in pericolo di vita, poi era stato ricoverato all’ospedale di Sanremo reparto malattie infettive.

Ascoltata anche Sandra Anfosso, primo dirigente del reparto neurologia dell’ospedale di Imperia. “Mi aveva chiamato il dottor Acquarone. Il ragazzo aveva una emiparesi al lato destro, lamentava un forte mal di testa, ma molto collaborativo. Era lucido. Abbiamo riscontrato tuttavia che aveva un ascesso celebrale. Ci eravamo confrontati sia col Gaslini che con il Santa Corona”. Ha deposto anche il dottor Luca Amoretti, altro medico di famiglia,segretario provinciale dei medici di medicina generale, ma anche un vicino di casa il primo ad aver deposto davanti al giudice Botti. “Mi aveva chiesto l’auto per andare al Gaslini. Mi disse che la dottoressa gli sconsigliò di portarlo fuori casa”. Nella prossima udienza di gennaio sarà sentita anche l’imputata.

LA STORIA

Il giovane, secondo l’accusa, nel gennaio 2011, era morto per una infezione celebrale non diagnosticata. Nel mirino è finito il medico curante di Matteo tanto che erano state acquisite dalla Procura le cartelle cliniche e interrogati numerosi testimoni; la perizia del medico legale incaricato dal magistrato ha avuto il compito di individuare eventuali imperizie di coloro che avevano seguito il caso dello studente imperiese.

L’ipotesi accusatoria è che la gravità delle condizioni di Matteo sia stata sottovalutata che il caso sia stato trattato con superficialità, evitando ad esempio, nonostante il sintomo principale accusato dal ragazzo fosse un fortissimo mal di testa, di sottoporlo ad una Tac. La denuncia presentata ai carabinieri che ha fatto scattare l’inchiesta era stata presentata dai genitori di Matteo circa un anno dopo la morte del ragazzo.

In quel lasso di tempo l’infettivologo genovese Enzo Profumo, su incarico degli stessi genitori, aveva eseguito una perizia. Risultati che sono finiti nel fascicolo della Procura di Imperia.

Secondo quanto era emerso dall’autopsia all’origine dell’infezione ci sarebbe stata una forte sinusite, che avrebbe iniziato a manifestarsi un mese e mezzo prima del decesso, con il mal di testa come sintomo principale.

Al reparto di malattie infettive di Sanremo, Matteo era stato portato dopo essere transitato ancora una volta dal pronto soccorso di Imperia. Il ricovero era durato solo poche ore: nella notte, le sue condizioni si erano aggravate, l’infezione aveva camminato inesorabilmente. Raggiungendo il cervello. Il quindicenne era entrato in coma. Era stato portato in Rianimazione. Ma il suo cuore, nonostante i tentativi dei medici, aveva smesso di battere.