Gettati nella spazzatura come rifiuti: boom di abbandoni di gatti nel ventimigliese

15 novembre 2017 | 06:54
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Gettati nella spazzatura come rifiuti: boom di abbandoni di gatti nel ventimigliese
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Gettati nella spazzatura come rifiuti: boom di abbandoni di gatti nel ventimigliese
Gettati nella spazzatura come rifiuti: boom di abbandoni di gatti nel ventimigliese
Gettati nella spazzatura come rifiuti: boom di abbandoni di gatti nel ventimigliese

“Quello che fa rabbia è l’ignoranza”, dice una gattara, “Basterebbe far sterilizzare le gatte per evitare queste stragi di cuccioli”

Ventimiglia. Gattini di pochi giorni chiusi dentro un sacchetto di plastica e gettati nella spazzatura come scarti di cibo o cose rotte. Gatte buttate fuori casa con i loro piccoli subito dopo il parto. Mici, magari compagni di una vita, lasciati per strada perché anziani e bisognosi di cure. E’ desolante la situazione in provincia di Imperia per quanto concerne il trattamento che alcune persone riservano agli animali, in special modo ai gatti. A dirlo sono le cosiddette “gattare”: le persone che ogni giorno, instancabilmente, si prendono cura dei più indifesi, delle decine di mici che senza il loro aiuto andrebbero incontro ad una morte certa. Soprattutto in questo periodo dell’anno, con il freddo pungente che non lascia scampo ai gatti neonati.

“E’ in aumento il fenomeno degli abbandoni di cuccioli”, dice una donna di Camporosso, “In questi ultimi giorni noi gettare siamo sommerse dalle chiamate di persone che trovano gattini in strada o nella spazzatura. Li andiamo a recuperare, li portiamo dal veterinario e facciamo il possibile per farli sopravvivere, ma spesso non ce la fanno perché quando vengono trovati sono già troppo debilitati per sopravvivere”. E’ il caso di due dei tre cuccioli trovati, chiusi in un sacchetto, in un bidone della spazzatura a Ventimiglia. Tre scriccioli di circa quindici giorni, due dal manto fulvo e uno grigio, il cui miagolio è stato udito per caso da una signora che stava gettando la spazzatura e che, individuato e aperto il sacchetto, ha scoperto il suo contenuto. Due dei gattini, quello grigio e uno dal pelo arancione, non ce l’hanno fatta: sono morti il giorno dopo esser stati presi in cura dal veterinario. “Non mi aveva dato molte speranze per nessuno dei tre”, aggiunge la gattara, “Non so da quanto tempo fossero senza cibo e al freddo, chiusi in quel sacchetto”.

Un caso analogo è successo a Perinaldo: anche qui, nei giorni scorsi, sono stati ritrovati gattini ancora in vita chiusi in un sacchetto di plastica lasciato cadere in un cassonetto. “Si tratta di cucciolate nate in casa”, spiega la donna, “Li tengono in famiglia al massimo fino a uno o due mesi e poi li buttano per strada o peggio nei bidoni. Molti muoiono di stenti o schiacciati dalle auto. Per quelli che riusciamo a salvare cerchiamo una famiglia: noi siamo al collasso”.
Negli ultimi giorni sono stati abbandonati anche una mamma con i suoi tre cuccioli, di cui uno purtroppo è morto poco dopo.

“Quello che fa rabbia è l’ignoranza”, conclude la gattara, “Basterebbe far sterilizzare le gatte per evitare queste stragi di cuccioli”.

Non bisogna dimenticare, inoltre, che il maltrattamento degli animali è un reato previsto dall’articolo 544-ter del codice penale ai sensi del quale: “1. Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 000 euro a 30 000 euro. 2. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. 3. La pena è aumentata della metà se dai fatti cui al primo comma deriva la morte dell’animale”. E la legge, è risaputo, non ammette ignoranza.