Diano Arentino, suo malgrado Evigno come Pamplona: mandria di bovini allo stato brado da mesi mette a ferro e fuoco la frazione

9 novembre 2017 | 11:07
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Diano Arentino, suo malgrado Evigno come Pamplona: mandria di bovini allo stato brado da mesi mette a ferro e fuoco la frazione
Diano Arentino, suo malgrado Evigno come Pamplona: mandria di bovini allo stato brado da mesi mette a ferro e fuoco la frazione
Diano Arentino, suo malgrado Evigno come Pamplona: mandria di bovini allo stato brado da mesi mette a ferro e fuoco la frazione
Diano Arentino, suo malgrado Evigno come Pamplona: mandria di bovini allo stato brado da mesi mette a ferro e fuoco la frazione
Diano Arentino, suo malgrado Evigno come Pamplona: mandria di bovini allo stato brado da mesi mette a ferro e fuoco la frazione
Diano Arentino, suo malgrado Evigno come Pamplona: mandria di bovini allo stato brado da mesi mette a ferro e fuoco la frazione

Giusto il mese scorso un bambino di due anni si è trovato a pochi metri dal toro

Diano Arentino. La frazione di Evigno come Pamplona. Ma non si tratta di una scelta per incrementare il turismo fatta volontariamente dai residenti. Anzi. Da dieci anni a questa parte, con un acutizzarsi negli ultimi 5 mesi, in paese imperversa una mandria di bovini allo stato brado, senza pastore.

Più di venti mucche di razza piemontese e un gigantesco toro da più di mezza tonnellata devastano campi, vigneti e frutteti, distruggono reti, spargono escrementi ovunque e soprattutto costituiscono un pericolo per gli abitanti, che sono costretti a subire, loro malgrado, una situazione simile a quella della cittadina dei paesi baschi spagnoli dove, dal 7 al 14 luglio c’è la famosa festa dei “Los Sanfermines”, con la corrida dei tori che rincorrono gli abitanti per strada. Ma nel caso di Evigno non è, ripetiamo, una scelta volontaria. E giusto il mese scorso un bambino di due anni si è trovato a pochi metri dal toro. Ultimamente, inoltre, molte mucche hanno partorito e il loro istinto materno le porta ad essere aggressive per proteggere i vitelli. Vitelli che cresceranno ed andranno a sommarsi alla madria, con ancora più problemi per i residenti (circa 50) e anche per i turisti, che in estate triplicano la popolazione della frazione. “Abbiamo già fatto esposti in Procura e Prefettura”, spiega Alessandro Sciandini, medico e tra i rappresentanti del comitato di frazione.

“Abbiamo denunciato anche i fatti alla Forestale, ma per ora la burocrazia blocca tutto, e noi siamo in una situazione insostenibile, sia dal punto di vista igienico che quello della sicurezza. Fortunatamente fino adesso nessuno si è fatto male e nessuno ha adottato soluzioni fai da te”. Si perché, c’è il rischio che qualche cacciatore esasperato, prima o poi, elimini i capi senza autorizzazione, passando così dalla parte del torto.

“Sono mesi che non passo una notte tranquilla – continua Sciandini – ma quello che preoccupa sono le ricadute sul turismo (tra le fonti di introiti primarie per la frazione ndr). Già molte seconde case dei vacanzieri hanno visto i giardini devastati e quest’estate non so se molti di loro ritorneranno”.