Cervo è aggrappato alle sue “rocce” come un polpo rampante o artigli d’aquila






Rocce che esondano nei carugi dalle pareti delle case
Cervo. Il borgo è una cascata di case ancorata ad uno scoglio che fa emergere le sue radici in ogni angolo a guisa di artigli d’aquila o tentacoli di polpo.
Cervo polpo con i suoi tentacoli, quegli arti prensili, tattili e locomotori per “tastare, toccare”, difendersi. Avete mai sentito parlare del polpo a sette tentacoli? Pare si tratti del polpo più grande dei mari. Cervo appare come il polpo a sette tentacoli il più grande dei mari.
Oppure come gli artigli di un’aquila, le cui ali a guisa di vele sono un mantello molto ampio pronto a lanciarsi come una rete a strascico all’attacco di un predatore, e catturarlo dopo che è rimasto impigliato. Donde vengono queste rocce saliscendi dal basso a quelle più alte? Esse vengono dal mare. Questa testimonianza sta scritta nella volta della chiesa dei Corallini:
Dal mare assunta sorsi su questa punta cita il salmo 17 in quell’assumpsit me de aquis multis super excelsa statuens me. Rocce che esondano nei carugi dalle pareti delle case. Rocce dall’abisso più fondo come quelle delle Ciappellette, del Porteghetto e dello scoglio Cascin, vero cuneo garante ab Urbe condita. In ogni angolo del Borgo troverai più notizie, storie, leggende e miti che nei libri. Le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà.