Azzerato il Cda di Rivieracqua, hanno rassegnato le dimissioni Donzella e Balestra
Il futuro dell’acqua pubblica in Riviera non è dato per scontato
Imperia. E’ finita l’esperienza del presidente Massimo Donzella e di Sonia Balestra nel Cda della società pubblica consortile che dovrà gestire il servizio idrico integrato della provincia di Imperia.
I due consiglieri di amministrazione, che avevano annunciato nell’assemblea dei sindaci soci del consorzio pubblico di dimettersi, a seguito delle notizie che li vedono indagati nel nuovo filone di indagine della Procura imperiese per falso in bilancio, truffa ai danni dello Stato e abuso d’ufficio, hanno rassegnato ieri pomeriggio le loro dimissioni irrevocabili.
L’indagine è una conseguenza della prima inchiesta, quella che aveva portato alla luce il caso del “concorso truccato” e che vede indagati l’ex direttore generale Gabriele Saldo e il consulente della società Federico Fontana.
All’indomani delle perquisizioni negli uffici imperiese e sanremese di Rivieracqua si era svolta un’importante assemblea dei sindaci dove Massimo Donzella e Sonia Balestra, negando categoricamente i fatti contestati loro, avevano rimesso nelle mani dei primi cittadini il loro mandato.
Presi alla sprovvista i sindaci avevano deciso, al termine dell’assemblea, di rinnovare la fiducia nel Cda, almeno fino alla prossima assemblea fissata per l’11 dicembre. Ora però cambia tutto. Ieri infatti Donzella e Balestra hanno deciso di comune accordo di fare quel passo inizialmente rimandato, ovvero presentare le proprie irrevocabili dimissioni. La società pubblica, alle prese con passaggi fondamentali della propria attività amministrativa (il conferimento di Amaie Spa e di Amat, come quello di Secom e altri importanti opere cantierate), rimane quindi senza guida.
Spetta ora al sindaco Alberto Biancheri, socio attraverso Amaie ed unico Comune al di sopra dei 30.000 mila con diritto di nominare un membro del Cda e al primo cittadini di Taggia Mario Conio (anch’egli unico ente socio con diritto di nomina del membro rappresentante i Comuni con popolazione da 10 a 30mila abitanti), rimpiazzare almeno due dei tre componenti.
Sul nome del terzo, che spetta ai piccoli Comuni sotto i 10.000 abitanti, i sindaci non si erano riusciti a mettere d’accordo. Cda azzerato, soci che faticano a prendere decisioni, inchieste che fioccano. Il futuro dell’acqua pubblica in Riviera non è dato per scontato.