Taggia, allerta incendi: manca un regolamento comunale, così in campagna si brucia senza limiti





Protesta di alcuni residenti che temono il rischio intossicazione e incendi incontrollati
Taggia. Solo poche settimane fa l’ultimo rogo è divampato tra le case di salita dei Contrabbandieri, mentre nella vicina valle Armea sono andati in fumo quasi 100 ettari di macchia mediterranea nel bosco di Ceriana.
Eppure, nelle campagne tabiesi, si possono bruciare le sterpaglie un po’ come si vuole. L’amara scoperta l’hanno fatta alcuni residenti del quartiere di salita dei Contrabbandieri, preoccupati per l’ultimo fuoco di campagna che ha accidentalmente innescato un incendio e minacciato le abitazioni del quartiere.
Infatti se si chiede presso l’ufficio ambiente del Comune di visionare un regolamento dove siano indicati giorni e orari per accendere i falò del secco, norme di buon senso che altri Comuni della provincia hanno, la risposta è tutt’altro che scontata: “Non l’abbiamo.”
Eppure, come documentato dalle immagini scattate dai lettori che hanno deciso di contattare la nostra redazione, di fuochi se ne accendono in continuazione, tutti i giorni.
Senza contare che entrerà in vigore dalla mezzanotte di oggi, sabato 14 ottobre, l’ordinanza che ha dichiarato lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi, che vieta, tra l’altro, proprio di accendere il residuo delle lavorazioni agricole.
La cittadinanza ora chiede conto al sindaco Mario Conio (ha mantenuto la delega all’ambiente) dei rischi che corrono, denunciando al primo cittadino “anti-lotto 6” che se ci sono alte percentuali di tumori in quella zona, sopra la quale insistono le discariche provinciali, forse è anche perché in quei roghi di campagna nessuno sa bene cosa possa esserci.
Sulle iniziative intraprese dall’amministrazione per colmare la lacuna, il sindaco Conio si limita a dire: “Stiamo lavorando con gli uffici per predisporre il regolamento comunale.” Sui tempi e limiti, però, solo “fumo e niente arrosto”.