Studenti e professionisti gremiscono Sanremo per comprendere le Dsa

9 ottobre 2017 | 18:26
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Studenti e professionisti gremiscono Sanremo per comprendere le Dsa
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Studenti e professionisti gremiscono Sanremo per comprendere le Dsa
Studenti e professionisti gremiscono Sanremo per comprendere le Dsa
Studenti e professionisti gremiscono Sanremo per comprendere le Dsa
Studenti e professionisti gremiscono Sanremo per comprendere le Dsa

Il 2 settembre al Palafiori di corso Garibaldi si è tenuto l’incontro sul tema organizzato dalla dottoressa Roberta Rota, presidente di Aid Imperia

Sanremo. Lunedì 2 ottobre si è svolta  a Sanremo la prima giornata della seconda edizione della Settimana Nazionale della dislessia.

Tale edizione si è proposta di mettere in luce le potenzialità dei ragazzi DSA piuttosto che le loro difficoltà, di qui lo slogan “DSA? Diverse Strategie di Apprendimento”, volto alla sensibilizzazione sul metodo di studio e l’uso di una strategia efficace per l’apprendimento al fine di raggiungere il successo scolastico, rivelatesi utile a tutti.

Grande affluenza per gli eventi proposti: il convegno dedicato alle scolaresche svoltosi al Palafiori di Sanremo, coordinato dalla Presidente Aid di Imperia Dott.ssa Roberta Rota, dalla Dott.ssa Valentina Orso socia AID e sostenuto dai Lions Club della città e di Zona e dall’Associazione FIDAPA,  ha registrato la presenza di oltre 300 ragazzi provenienti da Licei e Istituti professionali di zona

La partecipazione dei ragazzi del My stori AID al mattino ha invece portato un messaggio chiaro, veicolato da ragazzi testimoni in prima persona del proprio percorso scolastico, non certo privo di difficoltà: il successo formativo è aperto a tutti e la scuola inclusiva ha il dovere di garantirlo.

Gli interventi degli studenti  dell’Istituto Marconi di Imperia coinvolti nella creazione del Libro parlato Lions accompagnati dalla professoressa Gabriella Spanò socia AID, dell’Officer distrettuale LPL Luca Mellero e dalla spumeggiante presidente del Distretto Leo 108 iA3 Emilia Fresia accompagnata da Maria Vilardi Presidente dei leo di Ventimiglia, con il progetto Leoforlearning, hanno portato alla luce la valenza degli strumenti compensativi come garanti di pari opportunità di studio, di motivazione e di autostima per i ragazzi.

Grande la partecipazione di medici e neuropsichiatri  anche della provincia di Savona, al convegno DSA e neuroscienze svoltosi parallelamente presso la Sala degli Specchi del Comune di Sanremo con la possibilità di accreditamento ECM; i  professionisti Sergio Messina Presidente AID e Damiano Angelini si sono confrontati sulle problematicità inerenti alla diagnosi dell’adulto dislessico e sulle difficoltà della dislessia evolutiva.

I  DSA da diversi punti di vista hanno offerto spazi di confronto a tutti gli intervenuti nella ferma convinzione che debba prevalere sempre una scuola del benessere  capace di tessere una rete di sinergie d’azione con tutti gli attori sociali presenti sul territorio. Il Convegno pomeridiano: tutti Competenti ha visto il presidente Aid  insieme ad alcuni membri del Direttivo sfatare i luoghi comuni di cui spesso è vittima chi è dislessico. Primo tra tutti: La dislessia non è una malattia. Non è una patologia e non è una sindrome, ma un disturbo specifico del neurosviluppo che si manifesta con la difficoltà a decodificare il testo scritto. Secondo “Se leggi male sei dislessico”, non è vero. Non c’entra l’abilità o la velocità di lettura: la dislessia è una neurovarietà perché in alcune parti del cervello dei dislessici le reti neuronali sono disposte in modo atipico. Ciò comporta anche una memoria diversa dallo standard: procede più per mappe visive che per «stoccaggio». Dislessici si diventa! Il sistema culturale di oggi aiuta la dislessia. Altra falsità. La dislessia è un disturbo innato, a volte ereditario, e di solito emerge verso i 7 anni. Ogni bambino è dislessico a modo suo perché esistono varie neurodiversità e può capitare che sia diagnosticato (cioè riconosciuto tale) anche più tardi. Quarto, i dislessici hanno il cervello pigro. Assolutamente no. Il loro cervello lavora invece tantissimo, ma deve compiere una strada più lunga e tortuosa per decodificare macchie (il testo scritto) e trasformarle in suoni di senso (le parole pronunciate). Se generalmente ci basta leggere le prime lettere di una parola per capire di che si tratta, un dislessico non riesce in questo processo intuitivo, mancandogli la decodifica veloce di alcune lettere (b/d o t/d, ad esempio). Quinto, a un bambino dislessico serve l’insegnante di sostegno. No, basta un percorso personalizzato e flessibile di apprendimento concordato con maestri e prof. Sesto, I dislessici non conoscono il piacere della lettura. Errato. Hanno solo bisogno di tempi più lenti e di soluzioni compensative che fanno leva sull’abilità del loro cervello ad associare e leggere immagini: vanno incentivate letture con figure, foto e con interlinea ampio. Per un dislessico è poi più semplice accostarsi a un testo già letto ad alta voce da un’altra persona. Far leggere un bambino dislessico in classe davanti ai compagni richiede tempo e pazienza, ma è necessario per coltivare la sua autostima. Settimo i dislessici non possono fare il liceo o l’università. I dislessici possono arrivare ai traguardi dei loro coetanei. Se trattata correttamente, la dislessia non impedisce alcun percorso scolastico o professionale. Fondamentale però è la diagnosi precoce, prima che il bambino si senta in difetto rispetto agli altri o a disagio in classe (anticamera dell’abbandono scolastico dopo le medie). Bisogna allenarlo allo studio attraverso mappe visive e, fin dai 10/11 anni, all’uso di libri di testo digitali con sintetizzatore vocale utile a sostenerlo nella lettura autonoma.

Il presidente della sezione AID Imperia oltre ai diversi eventi nelle scuole, è stata anche relatrice in una seria di Convegni nella sezione di Genova e di La Spezia. Soddisfatta dei risultati raggiunti augura un sereno anno scolastico a tutti, studenti e docenti.