Sbarchi in diminuzione sulle coste italiane ma a Ventimiglia sul Roja e in stazione crescono i bivacchi di migranti
Ministro Minniti: «La diminuzione del 25,7% dei flussi migratori è cruciale, ma non è ancora un dato strutturale»
Ventimiglia. La stazione ferroviaria di Ventimiglia è nuovamente diventata un bivacco di migranti. Tanti sono i giacigli di fortuna, scatoloni come coperte, dove i migranti passano la notte. Come evidenziato ieri dal ministro Minniti che «La diminuzione del 25,7% dei flussi migratori è cruciale, ma non è ancora un dato strutturale». La spiegazione della “complessa manovra“ e dell’iniziativa sul piano politico e diplomatico che sta portando avanti il ministro Minniti dal febbraio scorso è stata al centro dell’audizione del ministro dell’Interno al comitato Schengen presso palazzo San Macuto.
Pur con numeri inferiori rispetto a questa estate, ma non di molto, visto che tra migranti che usufruiscono dei servizi del Parco Roja della CRI e Caritas siamo sulle 600 unità circa e da segnalare c’è questo cospicuo arrivo di nordafricani a Ventimiglia, in particolare tunisini.
Secondo i dati del ministero dell’Interno al 17 ottobre 2017 sono stati 110.115 i migranti sbarcati sulle coste italiane, numeri in diminuzione rispetto a quelli di un anno fa ma la città di confine si conferma sempre meta privilegiata.
Oltre alla stazione è drastica la situazione del greto del fiume Roya, dove i migranti che lì vivono accampati devono fare i conti con le scarse condizioni igieniche, per non parlare di una situazione d’ordine pubblico al limite dove le forze dell’ordine sono impegnate quotidianamente per garantire sicurezza in città.