Quando i Grimaldi compravano le scarpe alla Calzoleria Ligure di Sanremo, “I mocassini di Carolina furono anche paparazzati”
Sta facendo impazzire il web uno scatto del ’58 che ritrae i principi Grace e Ranieri di Monaco mentre fanno acquisti presso lo storico negozio di calzature in corso Matteotti. L’attuale titolare, Gian Carlo Gandolfo, ripercorre quel periodo
Sanremo. Ci sono scatti capaci di resistere al trascorrere del tempo. Immagini molto spesso in bianco e nero che nonostante l’incedere degli anni continuano a mantenere inalterata la loro forza comunicativa tessendo un percorso ricco di suggestioni sul quale può anche fondersi l’identità di un luogo. È quanto sta accadendo in questi giorni in quell’archivio fotografico 2.0 che cinque amici hanno creato all’interno di un gruppo Facebook. Una comunità virtuale che quotidianamente si ritrova a postare e commentare scorci e personalità della Sanremo di ieri. E fra le tante fotografie che Dino, Gianni, Marco, Roberto e Sergio – questi i nomi dei fondatori del gruppo – hanno di recente condiviso, ve ne è una che più di tutte ha carpito l’attenzione della cittadinanza del web.
Si tratta di uno scatto risalente al 1958 che ritrae i principi Grace (Kelly) e Ranieri III di Monaco intenti a fare acquisti presso uno storico negozio di calzature di Sanremo, la Calzoleria Ligure in corso Matteotti. Uno scatto come tanti, se non fosse diventato in poche ore il simbolo di una Sanremo che era e oggi non c’è più. Quella Sanremo traboccante di glamour, fascino, meta privilegiata del jet set internazionale che era negli anni Cinquanta. All’epoca infatti la città dei fiori era solita ospitare volti illustri, solo per citarne alcuni: Winston Churchill, Greta Garbo, Alberto Sordi, Gina Lollobrigida, Vittorio De Sica, Evita Peron e tanti altri. Nomi immortali che di tanto in tanto riaffiorano dai ricordi sbiaditi ma allo stesso tempo vivi di chi all’epoca ebbe il privilegio di incontrarli.
Come la famiglia Gandolfo, dal lontanissimo 1881 titolare del negozio presso cui i principi Grimaldi amavano acquistare le loro scarpe: «Da qui sono passati in tanti e ancora fino a qualche anno fa i monegaschi si servivano da noi. Quella fotografia è stata scattata quando dietro il bancone c’era ancora mio papà Corrado, il quale la sera amava raccontarmi le storie che viveva quotidianamente al lavoro», ripercorre Gian Carlo Gandolfo che ha assunto le redini dell’attività familiare negli anni Settanta.
«Il negozio è questo – prosegue il commerciante –, lo si riconosce anzitutto dalla struttura architettonica: l’arco che si vede sullo sfondo è il medesimo di quello che adesso si staglia sopra la nostra testa. Senza dimenticare gli arredi, si riconoscono chiaramente i piedistalli in cristallo che ora si trovano nel retrobottega. È differente l’entrata, in quanto risale al periodo antecedente a quello dei lavori di ristrutturazione che hanno dato al locale il volto che tutti oggi conoscono. Inconfondibili anche i mocassini con i gommini che si intravedono in vetrina: erano fabbricati da una ditta che si chiamava Varese, come si legge anche nell’insegna sovrastante».
E a proposito di gommini, «Io ho avuto il piacere di vendere un paio di mocassini alla principessa Carolina Grimaldi. Eravamo all’incirca alla metà degli anni Novanta e lei era testimonial per Tod’s. Non poteva di certo acquistare e sfoggiare scarpe di marchio differente e allora sapete cosa faceva? Le faceva comprare al suo autista, almeno questo è quanto accaduto a me. Un giorno parcheggia qui di fronte un’auto targata 006 – al tempo i veicoli potevano ancora transitare in corso Matteotti – ed esce un uomo che entra diretto nel mio negozio, acquista un paio di mocassini con i gommini e poi risale in macchina. Poco dopo scopro che quell’uomo era l’autista di Carolina di Monaco: avevo venduto un paio di scarpe alla principessa Grimaldi, scarpe che vengono poi paparazzate e finiscono sui giornali. Ne ho conservato uno», ecco la foto:
Ma non solo i Grimaldi. «Queste mura – dice orgoglioso Gian Carlo – hanno visto varcare l’ingresso di tante personalità di sangue blu, come la principessa “ribelle” di casa Savoia, Maria Gabriella. Che donna! E non sono mancati imprenditori di spicco con le loro mogli, tra cui Madame Davidoff dell’azienda di prodotti di tabaccheria di lusso e di profumi».
E oggi chi sono i clienti della Calzoleria Ligure? «Oggi purtroppo non ci sono più i bei clienti di una volta. Lavoriamo molto con gli arabi e i russi, ma non è certo la stessa cosa».