Premio Tenco, il ‘Guaglione’ Massimo Ranieri, la Sinfonica e il violino di Pagani mattatori

21 ottobre 2017 | 03:02
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Premio Tenco, il ‘Guaglione’ Massimo Ranieri, la Sinfonica e il violino di Pagani mattatori
Premio Tenco, il ‘Guaglione’ Massimo Ranieri, la Sinfonica e il violino di Pagani mattatori
Premio Tenco, il ‘Guaglione’ Massimo Ranieri, la Sinfonica e il violino di Pagani mattatori
Premio Tenco, il ‘Guaglione’ Massimo Ranieri, la Sinfonica e il violino di Pagani mattatori

La canzone d’autore regina al teatro Ariston

Sanremo. Terre, musiche, suoni dei popoli del mare anche in questa seconda serata del Tenco 2017 dove è andata in scena ancora una volta la grande musica d’autore e artisti che sul palco dell’Ariston hanno stregato il pubblico. Juan Carlos Flaco BiondiniPeppe Voltarelli intensa la sua interpretazione dei pezzi di Brel; ‘Amsterdam’ emozionale per un cantautore della Sibartide che voleva essere olandese e che stasera ha cantato i porti del nord. Camanè ha portato la musica dei vicoli di Lisbona a Sanremo con quel Fado, la musica la cui parola è la latina fatum, che ha ripreso libero vigore dopo la Rivoluzione dei Garofani. Portoghese con un nome d’arte messogli dalla maestra quando era bambino (si chiama Carlos Manuel), una conferma o un segno che la canzone d’autore passa anche dalla scuola.

Poii giovani e poliedrici Dinatatak e Massimo Priviero e ciliegina sulla torta i Premio Tenco come operatori culturali, Massimo Ranieri che si è esibito con L’Orchestra Sinfonica di Sanremo diretta da Mauro Pagani. “Dedico – racconta Ranieri – questo premio al mio primo maestro di musica. Non mi faceva pagare la lezione e mi preparava anche un piatto di pasta perché mi vedeva la fame in faccia”.

Con ‘Guaglione’ di Carosone viene fuori tutta quella grande aristocrazia musicale che solo Ranieri riesce a portare sul palco, una voce nobile, ma anche vent’anni e più di lavoro sulla canzone d’autore napoletana che è entrata di diritto nella storia.

A fare da contorno alla serata e alla spumeggiante conduzione di Antonio Silva, i ‘tappabuchi’ David Riondino & Enrico Rustici.

(Foto Jacopo Gugliotta)