Morte di Martina Rossi, la difesa porta in aula traduzioni e foto

In aula erano presenti i genitori di Martina Rossi e secondo l’avvocato della famiglia della giovane, non sarebbero emersi elementi importanti a favore della difesa
Imperia. Nell’udienza celebrata ieri ad Arezzo nell’ambito del processo per la morte di Martina Rossi la studentessa imperiese morta a Palma di Maiorca cadendo dal terrazzo del sesto piano dell’hotel in cui alloggiava, sono emersi nuovi particolari. La difesa dei due indiziati, gli aretini Alessandro Albertini e Luca Vanneschi accusati di “morte in conseguenza di altro reato” ha portato in aula tre nuove motivazioni, ossia un buco di alcuni minuti in un’intercettazione, una parola chiave tradotta dallo spagnolo in tre differenti modi e documenti fotografici relativi all’estumulazione della salma.
Come scrive Il Messaggero, ieri mattina nell’udienza durata quasi due ore, si è trattato del tema delle trascrizioni e intercettazioni, quella del 3 febbraio in cui furono carpite le parole delle due amiche di Martina in attesa dell’interrogatorio in questura a Genova e quella dell’8 febbraio dove furono intercettati i due giovani aretini.
«Abbiamo scoperto – ha dichiarato l’avvocato di uno dei due giovani, Tibero Baroni – che nella trascrizione c’è una parola chiave che in tre traduzioni diverse assume tre significati diversi».
L’avvocato dell’altro giovane ha portato in aula del materiale fotografico: «Si tratta di 95 immagini relative all’esumazione della salma che potrebbero essere – commenta – importanti».
In aula erano presenti i genitori di Martina Rossi e secondo l’avvocato della famiglia della giovane, non sarebbero emersi elementi importanti a favore della difesa.