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Medico dell’Asl imperiese in Antartide, parteciperà alla spedizione nella base “Concordia”

21 ottobre 2017 | 15:50
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Medico dell’Asl imperiese in Antartide, parteciperà alla spedizione nella base “Concordia”
Medico dell’Asl imperiese in Antartide, parteciperà alla spedizione nella base “Concordia”
Medico dell’Asl imperiese in Antartide, parteciperà alla spedizione nella base “Concordia”
Medico dell’Asl imperiese in Antartide, parteciperà alla spedizione nella base “Concordia”

Per un anno sarà il medico della stazione impegnata in osservazioni, studi e ricerche scientifiche

Imperia. “Dopo una dura selezione annuncio ufficialmente che sarò il prossimo medico della trentatreesima spedizione Antartica italiana”. Il dottor Alberto Razeto, dirigente medico della struttura di medicina e chirurgia d’accettazione e d’urgenza dell’Asl 1 imperiese, ha superato la selezione per andare al Polo Sud. Più precisamente, a partire dal mese di novembre, lavorerà alla base “Concordia” sul plateau dell’Antartico. Razeto, 53 anni, per metà genovese e metà veneziano, sposato, una figlia, da 15 anni lavora al pronto soccorso e presta servizio anche sull’automedica a Imperia. Persona stimata e conosciuta da tutti.

A fine aprile, come altri 30 colleghi sparsi in tutta Italia, aveva inviato la sua domanda di ammissione all’Enea. Hanno spulciato curriculum, vagliato attentamente esperienze professionali. Dopo tanta attesa ora è arrivata la conferma ed il professionista ha già preparato le valigie per andare dall’altra parte del mondo: “Il 18 novembre partirò per la Nuova Zelanda per poi raggiungere la base”. Sarà il primo medico ligure della storia della “Concordia”, a far parte dell’Unità Tecnica Antartide in una spedizione promossa dall’Enea in un programma nazionale di ricerca di altissimo livello. “Sarò in Antartide dal prossimo mese di novembre e vi rimarrò almeno un anno”, racconta precisando che “ovviamente sarà impossibile scrivere da lì” e quindi ha deciso di salutare per tempo amici e colleghi.

Per circa un anno la prospettiva che aspetta Alberto Razeto sarà questa: essere tagliati  fuori dal resto del mondo, vivere ad una temperatura che potrà raggiungere i -80 gradi con la consolazione di poter dire un giorno “io c’ero” e ricordare l’esperienza di solitudine per il resto della vita.  All’arrivo alla base Concordia  dovrà seguire un periodo di adattamento molto simile agli astronauti dello spazio. L’elevata altitudine, condizioni estreme di freddo, aria secca e nuove sensazioni possono sopraffare il cervello umano se non ci si regola al nuovo ambiente. E’ stato addirittura una settimana in tenda sul Monte Bianco per incominciare un percorso che lo porterà a temperature ben più proibitive. “Esperienza quella sul monte Bianco altrettanto straordinaria”, commenta.

Appassionato di montagna da sempre, nonostante viva al mare, fin da bambino era affascinato dal Polo Sud e Polo Nord. Ora sarà il primo medico ligure a partecipare ad una missione di grande prestigio anche per l’Asl 1 e per i suoi collaboratori più stretti della centrale operativa del 118.

Razeto farà parte dell’équipe impegnato sul plateau antartico, in collaborazione con l’Istituto Polare Francese, nella gestione della Stazione scientifica polare. La presenza del personale durante il periodo novembre-gennaio è di circa 40 unità, nel periodo febbraio-ottobre (inverno antartico) di circa 14 unità (italiani e francesi). Sarà impegnato in diversi settori: in interventi di medicina generale, di pronto soccorso, di traumatologia, di chirurgia d’urgenza, radiologia, ortopedia ed odontoiatria. Si occuperà anche dell’organizzazione dell’infermeria, nella gestione delle attrezzature e del magazzino farmaci.

La stazione Italo-Francese Concordia, situata al Polo Sud – Antartide è 3.233 mt s.l.m.). Lì Razeto, con il resto della squadra, sarà impegnato in osservazioni, studi e ricerche nei settori di glaciologia, chimica, fisica dell’atmosfera e astrofisica, ma anche astronomia, geofisica e biomedicina. Avrà ovviamente a disposizione le attrezzature sanitarie presenti nella stazione.

Il professionista diventerà il medico della stazione-laboratorio e dovrà assicurare gli interventi di primo soccorso e l’assistenza sanitaria al personale impegnato nelle attività scientifiche. Dipenderà direttamente dallo “Station Leader” cui fornisce attività di consulenza professionale e a cui risponde per il suo comportamento extra-professionale.