“Insieme per Ale”: ai giardini di Ventimiglia una festa per aiutare un bimbo malato di leucemia

Gli amici di Alessandro si sono mobilitati: domenica appuntamento ai giardini Tommaso Reggio
Ventimiglia. Niente tristezza e nessuna lacrima, ma tanta musica e grande allegria. Si preannuncia così la festa di domani, domenica 22 ottobre, ai giardini pubblici “Tommaso Reggio” che gli amici hanno organizzato per la famiglia del piccolo Alessandro: un bimbo di 5 anni che da qualche mese combatte una grande battaglia, quella contro la leucemia linfoblastica acuta.
Dalle 15 alle 18, i centralissimi giardini di via Vittorio Veneto saranno invasi dalla musica dei “Vedo Nero – Zucchero tribute band” e della “Full Optional Band”. E ancora trucca bimbi e pesca di beneficenza: l’intero ricavato dell’evento, aperto a chiunque vorrà partecipare, sarà devoluto alla famiglia di Alessandro per sostenere le spese delle cure.
“Era l’ 11 di agosto di quest’anno”, raccontano gli amici che hanno organizzato la festa per il piccolo Ale, “I genitori come mamma Elisa che affrontano il cancro dei loro figli le date le ricordano tutte. Pochi giorni prima Alessandro festeggiava il suo quinto compleanno al mare, giocava tutto il tempo insieme ai suoi amichetti, mangiava la torta e scartava i regali. Ancora non sapeva che nell’arco di pochi giorni la sua vita e quella della sua famiglia sarebbero state completamente stravolte”.
Il bambino è stanco, più del normale per la sua età: i genitori preoccupati lo portano dal pediatra, credendo che al loro figlio mancasse il ferro: non pensavano, di certo, ad una diagnosi tanto dolorosa. “Ultimamente Ale era molto pallido”, ricordano sempre gli amici, “E quello che li ha fatti allarmare è stato il colore biancastro che avevano assunto le gengive. Durante quella visita il pediatra notò subito che qualcosa non andava, cosi gli prescrisse delle analisi del sangue già per la mattina successiva. Quella mattina stessa il centro di analisi contattò il pediatra comunicando l’esito. Il medico avvertì subito la famiglia mettendoli al corrente che l’ospedale Borea era in attesa dell’arrivo di Ale per fargli delle trasfusioni di sangue urgenti”.
Poche ore dopo, a bordo di un’ambulanza, il piccolo accompagnato dai genitori venne trasferito al Gaslini dove effettuarono immediatamente un prelievo del midollo osseo. Il giorno successivo fu confermata la diagnosi: leucemia linfoblastica acuta: una patologia tumorale delle cellule del midollo osseo. In Italia ogni anno si ammalano di leucemia circa 500 bambini, sopratutto quelli di età compresa fra 1 e 5 anni.
Per Alessandro, ricoverato nel reparto di oncologia pediatrica del Gaslini, l’avvio dei cicli di chemioterapia segna l’inizio di una vita diversa. “La cosa più difficile da accettare è l’isolamento, dover stare barricati dentro una stanzetta d’ospedale, in cui il papà la mamma e la sorellina non possono stare tutti insieme (è ammesso solo un genitore fuori dall’orario visite), non poter andare a scuola, a judo, a giocare con i suoi amici ad Ale e alla sua famiglia pesa notevolmente”, spiegano gli amici di mamma Elisa, “Lui sa di avere una malattia grave che richiede una terapia molto lunga per la guarigione. Mamma e papà hanno dovuto momentaneamente lasciare il loro impiego per trasferirsi a Genova e poter seguire le cure del loro bambino. Noi amici ci sentiamo quotidianamente con Elisa, ci racconta le sue giornate con Ale, tra giochi, disegni e medicine. Di quanto sia estenuante e doloroso vedere il suo bambino soffrire così tanto e non poter fare nulla, solo sfoderare il suo più bel sorriso per dargli la forza di affrontare questa cosa troppo grande per lui, troppo grande per lei, troppo grande per tutti. Come ogni madre in questa situazione, si chiede perché proprio a lui, perché proprio alla sua famiglia. Demoralizzata, distrutta, esausta per non poter proteggere suo figlio da questo maledetto male. Il sostegno dei medici, infermieri, volontari e di noi amici è fondamentale”.
“Ora per Ale è cominciato un periodo tra i più delicati, bisogna prendere le massime precauzioni per non incappare in qualche infezione (il suo sistema immunitario è completamente privo di anticorpi), ma nonostante il rischio Elisa fa il possibile perché possa vedere i suoi amichetti in quanto per lui è un grosso aiuto emotivo. Anche questo è parte della terapia per la sua guarigione”, concludono, “Si può paragonare tutto questo a una montagna: un passo alla volta la scali, sperando di arrivare alla vetta e stando attenti a non guardare di sotto per non cadere. Inevitabilmente guardi, rischiando la caduta, ma noi saremo sempre qui a tendere loro la mano”.