Imperia, riuscita la serata all’ARCI Camalli per la causa del popolo Mapuche

26 ottobre 2017 | 10:46
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Imperia, riuscita la serata all’ARCI Camalli per la causa del popolo Mapuche

Erwin Ariel Deumakan ha illustrato la storia del suo popolo che ancora oggi lotta per l’autodeterminazione e per difendere la propria terra dall’occupazione, dal disboscamento e dall’estrazione selvaggia

Imperia. Il 24 ottobre, si è tenuta una serata dedicata alla causa del popolo Mapuche all’ARCI Camalli. Erwin Ariel Deumakan, professore e attivista, ha illustrato la storia del suo popolo, originario del centro-sud del Cile e dell’Argentina, che ancora oggi lotta per l’autodeterminazione e per difendere la propria terra dall’occupazione, dal disboscamento e dall’estrazione selvaggia.

“I Mapuche (o “figli della terra”) hanno una struttura sociale basata sulla democrazia diretta, orizzontale e diffusa, nella quale non esiste il concetto di proprietà privata, e basano la loro filosofia sul rispetto della natura, nella quale l’uomo, come uno degli elementi dell’universo naturale, ha il compito di mantenerne l’integrità e l’equilibrio. La difesa dell’ambiente dalla contaminazione è dunque una priorità per il popolo Mapuche.

Storicamente i Mapuche sono l’unico popolo originario a non essere stato conquistato e sottomesso dalla colonizzazione spagnola e sono rimasti indipendenti per 300 anni, fino alla fine del XIX secolo. Da allora – e per tutto il ‘900 – Cile e Argentina hanno iniziato la spoliazione del territorio mapuche, occupando illegalmente gran parte delle loro terre, nonostante la strenua resistenza della popolazione. Il governo di Salvador Allende, agli inizi degli anni ’70, aveva previsto la restituzione ai Mapuche del territorio originario, ma il golpe militare del 1973 e la dittatura di Pinochet determinarono una drastica inversione di tendenza, con l’espropriazione delle terre di questo popolo, ridotto oggi a vivere in uno spazio che rappresenta solo il 5% del territorio originario, mentre il 95% è stato via via privatizzato e ceduto alle multinazionali forestali e minerarie.

La lotta per la riappropriazione del territorio dura, dunque, da più di un secolo. Più recentemente, a partire dal 1990, i Mapuche hanno iniziato a occupare le terre improduttive che sono state loro espropriate e vendute a imprese e latifondisti, cosa che ha scatenato la dura risposta dei governi. Ma, nonostante gli attivisti uccisi e i molti incarcerati,la lotta per l’autodeterminazione, per il riconoscimento della plurinazionalità e per il recupero delle terre mapuche non si ferma.

Sarà anche vero che in rete e sui social si può trovare ogni tipo di informazione, ma l’ incontro con chi direttamente vive e conosce realtà ai più ignote è ancora, ci pare , il metodo migliore per sviluppare conoscenze e pensiero critico sul mondo in cui viviamo” – spiega il Circolo Arci “Antica Compagnia Portuale di Oneglia”.