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Ex assessore di Diano sotto processo per peculato, il pm chiede una condanna a 2 anni e mezzo

26 ottobre 2017 | 12:16
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Ex assessore di Diano sotto processo per peculato,  il pm chiede una condanna a 2 anni e mezzo

“Se fossi un disonesto, mi sarei già messo una pietra al collo e mi sarei ucciso”

Diano Marina. “Lavoravo per il bene della città. Non ho mai fatto nulla di anomalo o irregolare. Posso giurarlo in ogni momento. Se fossi stato un disonesto mi sarei già messo una pietra al collo”. L’ex assessore all’Ambiente di Diano Marina e attuale consigliere comunale Bruno Manitta.

Un processo che ruota attorno ad una vicenda di legna degli alberi potati ceduta a terzi, quindi di spurghi e riparazioni di guasti alle condotte fognarie fatte dalla squadra di operai comunali a beneficio di amici.

Secondo il sostituto procuratore della Repubblica di Imperia Alessandro Bogliolo l’imputato è da considerare il regista di una serie di iniziative che esulavano dal suo incarico ma che, proprio grazie al suo incarico, gli garantivano la possibilità di fare favori “beneficiando di ottenere eventuali vantaggi per scopi elettorali” e per lui ha chiesto una condanna a due anni e mezzo.

Ma sul banco degli imputati non c’è solo Bruno Manitta ma anche tre operai. Si tratta di Riccardo Pizzorno, Fabio Tallone, Alberto Calcagno. Devono rispondere del reato di truffa aggravata ai danni dell’amministrazione comunale. Secondo l’accusa facendo lavori di riparazione alle fogne per conto di privati in orario di lavoro. Si sarebbero prestati insomma a svolgere lavori extra durante l’orario di lavoro facendosi pagare dall’assessore. Per Pizzorno chiesto un anno e mezzo, assoluzione per Calcagno e un anno per Tallone. In caso di condanna Manitta richiesta di perdere il posto da consigliere in Comune in base a quanto prevede la legge Severino.

L’indagine era stata curata dalla squadra mobile della questura che aveva messo sotto la lente alcuni episodi accaduti a Diano Marina poi sfociati in un unico filone d’inchiesta trattato dalla Dia di Genova. A rinviare a giudizio l’ex assessore era stato il giudice per le udienze preliminari Massimiliano Ranieri che aveva accolto la richiesta del pm Alessandro Bogliolo.