Dal Messico a Ventimiglia per camminare al fianco dei migranti, padre Alejando Solalinde: “Loro sono la nostra salvezza”

21 ottobre 2017 | 18:26
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Dal Messico a Ventimiglia per camminare al fianco dei migranti, padre Alejando Solalinde: “Loro sono la nostra salvezza”
Dal Messico a Ventimiglia per camminare al fianco dei migranti, padre Alejando Solalinde: “Loro sono la nostra salvezza”
Dal Messico a Ventimiglia per camminare al fianco dei migranti, padre Alejando Solalinde: “Loro sono la nostra salvezza”
Dal Messico a Ventimiglia per camminare al fianco dei migranti, padre Alejando Solalinde: “Loro sono la nostra salvezza”

Dura condanna del capitalismo, di Trump, della Chiesa e dell’Europa “vecchia e cieca”

Ventimiglia. I migranti come risposta ad un capitalismo che ha distrutto gli ideali cristiani dell’Europa. I migranti come testimonianza di fede e come senso di unione fraterna. I migranti come salvezza dell’Europa e del mondo. Sono questi i messaggi  lanciati da padre Alejando Solalinde, sacerdote messicano che dedica la propria vita ad aiutare i migranti, vittime della tratta di esseri umani mentre sono in viaggio verso gli Stati Uniti d’America e per questo nel mirino dei narcos, che più volte hanno attentato alla sua vita.

Ospite, nell’ambito della dodicesima edizione dell’Ottobre di pace 2017 dal titolo “Testimoni di pace”, organizzato dalla Caritas Intemelia, il sacerdote che ha lasciato la propria parrocchia per seguire i migranti in cammino e assisterli nei loro bisogni ha incontrato alcuni cittadini nel locale parrocchiale della chiesa di Sant’Agostino.

“I migranti che sono qui sono giovani, l’Europa è vecchia e rimane chiusa in casa per paura”, ha dichiarato padre Alejando, “Ho visto a Genova palazzi grandi e vuoti: queste case che teniamo chiuse perché abbiamo paura, le lasceremo quando moriremo”. Il sacerdote ha attaccato il capitalismo, che lui considera la rovina del nord del mondo in quanto “ha tolto Dio e ha messo i soldi al suo posto”. “Oggigiorno non si riflette molto sul significato delle cose”, ha aggiunto, “Viviamo distratti dalla tecnologia e anche dal consumismo. Potrei dire che qualcosa che caratterizza il mondo adesso è la disumanizzazione, e anche la perdita e la mancanza di fede. E quando parlo di fede non mi riferisco alla religione: la religione è un prodotto umano, è una maniera di parlare di Dio, nella religione io dico quello che voglio e faccio dire a Dio quello che dico. Nella fede è diverso: io ascolto Dio e posso credere o meno a quello che mi dice, e posso farlo o non farlo. In Messico la maggior parte dei governanti sono cattolici e la maggior parte sono corrotti. Potremmo dire che molti religiosi siano degli atei praticanti mentre ci sono molte persone che si definiscono atei e non vanno a messa però poi sono volontari nei posti di accoglienza dove ci sono i più vulnerabili”.

Uno spirito, un’umanità e valori diversi da quelli “corrotti” del mondo occidentale vengono portati dai migranti: “I migranti hanno molta fede, non importa quale sia la loro religione”, ha dichiarato il sacerdote, “Hanno molta allegria, hanno il senso della festa. Se guardiamo i migranti che abbiamo qui a Ventimiglia diciamo “come sono indigenti”, ma dobbiamo accettare che tutti noi siamo indigenti esistenziali, perché abbiamo tutti le stesse esigenze di base. Hanno bisogno di un tetto sulla testa e di una casa, noi ce l’abbiamo. Hanno bisogno di coprirsi, vestirsi, bere, mangiare… anche loro hanno amici e famiglia. Anche noi come loro abbiamo bisogno dell’approvazione degli altri. E anche se diciamo che non abbiamo bisogno della fede, abbiamo bisogno di Dio. E alla fine di questo cammino sulla Terra lasceremo tutto quanto qua. 
Perché dico che i migranti sono la risposta per combattere il capitalismo? Come faccio a pensare che sia una nuova voce contro il capitalismo? Quello che ho osservato è che i paesi del nord del mondo hanno provocato una sorta di immigrazione forzata e una volta che è iniziata nessuno la può fermare. Possiamo mettere tutti i muri che vogliamo: in ogni caso riusciranno a passare”. E ancora: “I migranti ci stanno riportando quei valori che il capitalismo ci ha fatto perdere. Il capitalismo ci ha fatto diventare più individualisti mentre i migranti hanno più il senso della comunità. Il capitalismo ha fatto sì che la terra sia considerata come una mercanzia, mentre per loro è una madre. Il capitalismo ci ha ingannato, ci ha fatto credere che avere una casa e riempirla di cose sia importante, ma non è così: perché non vivremo sempre qui. Loro hanno il senso del cammino, sono migranti e si sentono migranti e ci ricordano che tutti noi siamo migranti perché tutti quanti ce ne andremo, nessuno di noi rimarrà qua per sempre“.

Non è mancato un attacco diretto all’attuale presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump, descritto così da padre Alejando Solalinde: “Chi è questo uomo? Molti potrebbero dire che è un uomo di successo, ma in realtà non lo è, è un uomo malato. Tutte le sue relazioni sono malate, hanno un vizio. E’ misogino, non ama le donne, è omofobo e non vuole i migranti, non accetta la diversità sessuale, è messicanofobo. E’ un esemplare raro di bianco supermaschilista degli USA. Ama il denaro.
 Ma come tutti gli uomini ha una sola vita e la sta spendendo per avere sempre più soldi: dipende dal denaro. Accumolerà soldi ma non li potrà portare con sé quando morirà. Allora un uomo così è di successo? No, è un uomo malato”.

Parole dure anche nei confronti della Chiesa: “L’Europa potrà offendersi con una parte della Chiesa che vuole soldi, potrà disconoscere lo Stato del Vaticano che non è stato fondato da Gesù Cristo e potrà essere contro a tutti questi titoli e supremazia. Ma Cristo non ha queste colpe. Lui ha insegnato le cose giuste, e gli uomini di Chiesa hanno imparato molto male. E quindi le persone che sentono la Chiesa come la più ricca delle monarchie, diventano atee del Dio ufficiale però continuano ad essere amiche di Gesù”.

L’ultima frecciata, padre Alejando l’ha rivolta all’Europa che “ha una crisi morale oggigiorno e non sta bene, ha molte contraddizioni al suo interno: è stata la maestra del mondo per il vivere bene, in Francia nel 1789 sono nati i diritti moderni e ancora oggi è in Europa che si dà il premio nobel per la pace, il più prestigioso riconoscimento per diritti umani. L’Europa dà i premi ma non ha autorità morale, non riconosce che i migranti sono lavoratori internazionali. Come recuperare questa ricchezza umana, spirituale e morale per l’Europa? Qua fuori ci sono i migranti che saranno la nostra salvezza. Non li vogliamo ma saranno coloro che ci salveranno. Il Messico è molto avanti per i diritti umani e per le persone migranti, ma abbiamo il governo più corrotto del mondo: abbiamo i diritti umani ma non vengono applicati. Abbiamo una legge sull’immigrazione molto buona che dà tutti i diritti ai migranti, una legge che protegge bambini e adolescenti migranti, un’altra legge per chi subisce abusi”, ha detto il sacerdote, “Abbiamo più di 60 centri di accoglienza per i migranti. Ogni centro di accoglienza è un santuario e quindi il governo non può entrarvi. Stiamo facendo passi avanti. Quando abbiamo iniziato non c’era una legge migratoria e il governo li chiamava “illegali”, e noi abbiamo fatto in modo che venissero chiamati “irregolari amministrativi”. Possiamo dire che tutti gli attivisti sono una grande forza morale, e adesso la palla sta all’Europa: cosa farà l’Europa?”.