Camporosso, il comandante Alfa (GIS): “Per il terrorismo il rischio zero non esiste, ma le nostre forze speciali sono le migliori”

3 ottobre 2017 | 18:53
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Camporosso, il comandante Alfa (GIS): “Per il terrorismo il rischio zero non esiste, ma le nostre forze speciali sono le migliori”
Camporosso, il comandante Alfa (GIS): “Per il terrorismo il rischio zero non esiste, ma le nostre forze speciali sono le migliori”
Camporosso, il comandante Alfa (GIS): “Per il terrorismo il rischio zero non esiste, ma le nostre forze speciali sono le migliori”
Camporosso, il comandante Alfa (GIS): “Per il terrorismo il rischio zero non esiste, ma le nostre forze speciali sono le migliori”

“L’Italia non ha mai sottovalutato l’Isis”

Camporosso. “Terrorismo in Italia? Non esiste il rischio zero, anche se, avendoci lavorato, posso dire che l’intelligence italiana è una delle migliori al mondo quindi i cittadini possono stare tranquilli”. Lo ha detto il comandante Alfa del Gis, Gruppo di Intervento Speciale dei carabinieri, durante un convegno dedicato alla legalità e alla sicurezza e organizzato dalla Sec.Pro al centro polivalente “Giovanni Falcone”.

Tra i temi trattati, quello attualissimo del terrorismo è stato affrontato sia dal cofondatore del Gis e Croce d’Oro al Merito, sia da Edoardo Mattiello, già sottoufficiale dell’esercito ed esperto di sicurezza integrata.

“Dal 2001 abbiamo assistito ad una evoluzione del fenomeno terrorismo”, ha dichiarato Mattiello, “Con una riduzione della capacità operativa del terrorista dopo l’11 settembre. Ciò è avvenuto a seguito della pressione delle forze della coalizione in Iraq e Afghanistan”. “Quella che abbiamo visto in azione l’11 settembre era un’organizzazione imponente, che è riuscita a dirottare 4 aerei e a lanciarli contro obiettivi che rappresentano il potere”, ha aggiunto l’esperto, “Da questo si è passato ad attacchi come quello al Bataclan di Parigi: un obiettivo molto più semplice da colpire che richiede un minimo di struttura operativa alle spalle. In questo caso i terroristi hanno trovato un terreno molto più facile”.

Due le tipologie di terrorista di cui si è discusso: l’homegrow e i foreign fighters. Il primo è colui che, per le ragioni più disparate e completamente svincolato dall’organizzazione terroristica, si lascia sedurre dalla propaganda mediatica islamista, magari acquisendo su internet i rudimenti tecnico/tattici per compiere un attacco. Mentre è più complesso il percorso dei foreign fighters: “Si tratta di uomini e donne che raccolgono l’appello fuorviante al Jihad, fatto dal radicalismo islamista che invita i fedeli musulmani a unirsi nei fronti di lotta islamista per compiere il proprio dovere di musulmano, il proprio “piccolo Jihad”. Sono persone che vanno all’estero a combattere per un periodo e tornano in Europa giù formati con una cellula che li supporta”, ha sottolineato Mattiello, “Qui pongono in essere attentati come quello al Bataclan”.

“Se in Italia è minore il rischio di attentanti terroristici da parte dei foreign fighters, non è così semplice prevedere l’attacco di un homegrow”, ha aggiunto l’esperto di sicurezza integrata, che ha poi elencato gli elementi di mitigazione del rischio attacchi nel nostro paese: tra questi la presenza della malavita organizzata che “non vuole questi fenomeni che possono creare disturbo per la grande presenza di forze dell’ordine”, il fatto “che in Italia ci sia meno razzismo e che la paura del diverso è meno forte, anche se ora la percezione sta cambiando per la presenza dei migranti” e anche la posizione stessa del Belpaese, il suo “essere di passaggio, quindi i terroristi non hanno interessa a colpire”.

Un altro punto di forza lo ha invece svelato il comandante Alfa: “La nostra intelligence e le nostre forze speciali non hanno nulla da invidiare a quelle degli altri. Non parlo solo di noi del Gis, ma anche delle forze speciali della polizia, della marina, dell’areonautica: stiamo remando tutti nella stessa direzione, abbiamo mappato tutti gli obiettivi sensibili e anche se questo è un terrorismo duro e imprevedibile, che cambia di continuo anche modus operandi, noi, il suo modo di agire, lo conosciamo bene”.
In ultimo, il co-fondatore del Gis ha aggiunto: “Molti Stati hanno sottovalutato il problema dell’Isis, l’Italia no. Tutte le intelligence sono in contatto: stiamo monitorando chi entra in Italia con magari l’intenzione di plagiare i nostri giovani. Poi, certo, ci vuole anche fortuna nella vita”.