vivere il mare |
Altre News
/
Imperia
/

A Imperia si cucina pesce a chilometro zero a bordo del peschereccio “Pingone”

17 ottobre 2017 | 18:51
Share0
A Imperia si cucina pesce a chilometro zero a bordo del peschereccio “Pingone”
A Imperia si cucina pesce a chilometro zero a bordo del peschereccio “Pingone”
A Imperia si cucina pesce a chilometro zero a bordo del peschereccio “Pingone”
A Imperia si cucina pesce a chilometro zero a bordo del peschereccio “Pingone”

Totani, naselli, soralli, merluzzi, gallinelle e triglie vengono pescati davanti alla costa

Imperia. Una barca-ristorante. O, se preferite, un ristorante “ormeggiato” su una barca. Tutto questo è Pingone, peschereccio di 15 metri ancorato alla banchina portuale onegliese, trasformato in un suggestivo locale galleggiante dove vengono serviti piatti genuini, soprattutto con il pescato del giorno, catturato dagli stessi proprietari-chef-pescatori. Motobarca Pingone è entrato a far parte della famiglia Pinga nel 2012, quando Salvatore, il suo capitano, l’ acquistò a Porto Cesareo, in Puglia. Varata nel 2006, nei cantieri di Monopoli, è un peschereccio speciale, attrezzato per la pesca con reti da posta e palangari.

“Originariamente, la nostra, è una famiglia di pescatori ma, la voglia di fare qualcosa di diverso, ci ha spinti ad intraprendere una nuova avventura“, racconta oggi Salvatore Pinga, alla soglia dei 50 anni, nella vita di tutti i giorni consulente finanziario. “Mentre Luigi, mio fratello maggiore, comandante del peschereccio Atlantide e della piccola Stella, ha continuato la tradizione di famiglia. Io, dopo l’acquisto del PingOne ho deciso di confrontarmi con una realtà che potesse coinvolgere sia la gente del posto che il turista di passaggio, in una esperienza diretta con il mare“.
La famiglia Pinga ha una lunga tradizione con il mare e la pesca. Il padre di Salvatore arriva dalla Campania. Il fratello Luigi ha proseguito la strada di papà, lui – Salvatore – si è dedicato a numeri e finanza. Ma, alla fine, è tornato anche lui sul mare. “Una scelta d’amore”, la definisce lui.

“Il nome scelto è l’appellativo con il quale era conosciuto mio padre e il progetto esprime il desiderio di creare un luogo per vivere ed apprezzare il mare, valorizzando le bellezze naturali e gastronomiche di questa terra», ha raccontato di recente Salvatore a un giornalista che lo ha intervistato per La Gazzetta del Gusto. Una scelta azzeccata e vincente, almeno a giudicare dal successo riscosso, sia in termini di gradimento sia di qualità. Sia le gite in mare sia la ristorazione sul PingOne attirano semrpe più curiosi, buongustai e appassionati di cucina marinaresca. Imperiesi, tanti, turisti e stranieri in maggioranza. Tutti contenti – e le recensioni a “cinque stelle” su Facebook lo testimoniano – di regalarsi un pranzo o una cena con pesce appena pescato e a costi tutto sommato contenuti.

I menu sono particolari, adatti a tutte le tasche e a tutte le bocche, anche quelle meno abituate al pesce. C’è il “piatto ufficio” , sfornato fresco fresco per il pranzo a 12 euro (primo di pesce, contorno e acqua) ma anche il menù cena” (35 euro con antipasti vari, primo a scelta, secondo, dessert). Tutti i menu, tutti i piatti serviti prevedono pesce a km zero, verdure fresche dell’orto e l’immancabile olio extravergine di taggiasca.

E il pesce? Rigorosamente made in Mar ligure: totani, naselli, soralli, merluzzi, gallinelle e triglie di scoglio. Poi ci pensa la chef, Manuela Rezzani. E il vino? Pigato e Vermentino in prima linea ma anche vini piemontesi.
Il ristorante-barca PingOne è aperto tutto l’anno tranne i mesi più freddi, gennaio e febbraio. Per menu e prenotazioni c’è il sito pingonepescaturismo.com. Da metà settembre i nuovi orari: da giovedì a domenica pranzo e cena. Sabato e domenica la novità: dalle 11.30 alle 14 i “fritti da passeggio” (acciughe e gamberi in pole position), da gustare camminando lungo la banchina.