A Bussana Vecchia prende vita “La Casa degli Archi”, da luogo abbandonato ad atelier
Angelo ha vissuto gli ultimi anni senza finestre, luce e acqua corrente. Da solo ha ristrutturato la sua casa che vuole trasformare in una fucina di artisti
Bussana Vecchia. Lavora sempre da solo lì, dove vive, in una vecchia abitazione terremotata dell’antico borgo sanremese colpito da un fortissimo sisma nel 1870, abbandonato e poi occupato, riscoperto a partire dagli anni ’70 da una comunità di artisti di tutta Europa.
Lui è Angelo ed è uno dei tanti che qui ha occupato le case lasciate deserte, perché dopo il terremoto Bussana Vecchia è stata segnata dalla paura di nuovi crolli, tanto da rimanere deserta per lungo tempo.
Da alcuni anni sta, da solo, giorno dopo giorno, ristrutturando il suo giaciglio, che è all’interno di uno spazio molto grande (circa 400 metri quadri su tre piani e una terrazza) ma che cadeva a pezzi. Per un anno ha dormito senza finestre, esposto al freddo e ha vissuto senza i servizi essenziali, come l’acqua corrente.
Il tentativo ora è quello di dare una speranza, culturale e di conseguenza anche turistica, a Bussana Vecchia, oggi alle prese con il tentativo del Comune di regolarizzare quella “terra di nessuno”.
Durante i lavori di ristrutturazione una lampadina si è accesa, forse dopo aver visto quelle fondamenta a volta: le porte si sono smussate, addolcite, per lasciare spazio a tanti archi. Simboleggiano forza, perché sostengono un peso, e un cerchio che si chiude. E’ infatti stata ribattezzata la “Casa degli Archi” e l’ultima sfida che Angelo ha deciso di accettare è quella di trasformare quel luogo da polvere a edificio, da nulla a laboratorio.
Passati tre anni dalle immagini che potete vedere nel video allegato e che si può reperire su youtube, la “Casa degli Archi” è a un passo dal diventare una galleria d’arte contemporanea. Studio e factory, ovvero luogo d’incontro e riflessione.
Ci vuole ancora parecchio lavoro, ma per fine primavera prossima si potrebbero avere i primi pittori, artigiani, scultori, in pianta stabile nella “Casa degli Archi” e chissà che in futuro questo collettivo non esporti il nome di quel borgo dimenticato in tutto il mondo.
(video da youtube di Nicola D’Antrassi)