Ventimiglia, oltre 200 persone allo spettacolo “Tutta colpa di Troia”

18 settembre 2017 | 10:00
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Ventimiglia, oltre 200 persone allo spettacolo “Tutta colpa di Troia”

Grande successo per il gemellaggio tra i ventimigliesi “Liber theatrum” e “Gli Spiazzati” di Genova. Special guest: Alessandro Bergallo

Ventimiglia. Grande successo per l’appuntamento conclusivo dell’estate di “LIBER theatrum” andato in scena sabato sera ai Giardini Hanbury nella fraz. La Mortola.

Oltre 200 persone hanno infatti ammirato lo spettacolo di teatro itinerante “Tutta Colpa di Troia” che è stato premiato dai sinceri applausi del numeroso e divertito pubblico. L’evento faceva parte della rassegna “HanburycheSPETTACOLO!”17.

Dal piazzale con la fontana davanti alla Villa i vari gruppi di persone sono state poi guidati tra i vialetti dei giardini per ripercorrere in maniera divertente le gesta raccontate nei grandi poemi epici dell’Iliade e dell’Odissea, che in Troia hanno visto il centro nevralgico e originario di tutto. Partendo proprio dalla città contesa, in fiamme, agognata, depredata e lasciata alle spalle, lo spettacolo ha passato in rassegna, in modo ironico, originale e con il coinvolgimento del pubblico, i personaggi mitologici e letterari, che hanno avuto per amore o per forza, Troia nel proprio destino. Elena, Paride, Zeus, ma anche Polifemo e i ciclopi, le Colonne d’Ercole e il mitico Cavallo. Fino ad arrivare alla più stretta attualità con la recente crisi economica della Grecia nella quale, forse, anche Troia ha avuto le sue belle responsabilità.

Ancora un grande successo quindi per il felice gemellaggio tra i ventimigliesi “Liber theatrum” e “Gli Spiazzati” di Genova e soprattutto per la originale collaborazione tra Diego Marangon, anima del gruppo ventimigliese e Alessandro Bergallo, volto sempre più conosciuto anche come attore del Teatro della Tosse che, oltre a far parte del folto gruppo di attrici e attori che è andato in scena, insieme hanno anche curato la regia di questo originale lavoro scritto a quattro mani dallo stesso Bergallo e da Andrea Begnini.

(Foto di Marco Maiolino)