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Processo “voto di scambio light” di Diano Marina, le intercettazioni su affari e politica

11 settembre 2017 | 12:01
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Processo “voto di scambio light” di Diano Marina, le intercettazioni su affari e politica

Ascoltato in aula un ispettore della squadra mobile che aveva indagato sulla vicenda dianese

Diano Marina. Al processo sul cosiddetto “voto di scambio light” che vede imputati tra gli altri il sindaco Giacomo Chiappori spuntano le intercettazioni della squadra mobile della questura di Imperia, gli intrecci tra affari e politica e i presunti rapporti con le famiglie legate alla malavita organizzata.

E durante la testimonianza di un ispettore di polizia, Maurizio Toso, gli è stato chiesto se la famiglia Surace (Domenico Surace è l’attuale presidente della Gm Spa) avesse rapporti con la criminalità organizzata? “Ci sono stati contatti telefonici o incontri con affiliati alla ‘ndrangheta?  Ha domandato l’avvocato Roberto Trevia. “Quello che posso dire che c’era un chiosco locato dalla Gm condotto da una famiglia che aveva contatti con la malavita organizzata, ma altro non posso dire perché non sappiamo”. L’avvocato di Surace, Trevia, ha anche ricordato in aula che tra il 2002 al 2011 si era registrato un incremento del passivo nella conduzione della Spa di 215 mila euro, poi via via ridotto.

E durante il processo sono spuntate anche le conversazioni tra Surace, Manitta, Bregolin e Za Garibaldi. L’ispettore di polizia, durante la sua deposizione, ha ricordato che “era stato creato un gruppo ristretto di persone tra amministratori che è stato seguito e  intercettato. Non ci risulta che il sindaco Chiappori avesse  partecipato. Quando c’erano delle problematiche s’incontravano andando a mangiare la pizza. Si preoccupavano di risolvere la situazione”, ha riferito l’ispettore della squadra mobile.

Si è parlato anche di bancarelle spostate da una parte all’altra del mercato. Un riferimento chiaro alla famiglia Sciglitano, uno dei membri è finito sotto processo. “Sulla vicenda c’era stato poi un colloquio tra Carpano e Chiappori”, ha detto a questo proposito Il sottufficiale.

Sui presunti intrecci da malavita e politica l’accusa aveva sostenuto che il peso delle famiglie calabresi nelle elezioni amministrative era di almeno  500 voti. Secondo l’avvocato Trevia invece il peso era inferiore “era di almeno 200 voti”. Si è cercato insomma di capire se sulle elezioni di Diano ci fosse stata o meno una influenza da parte di Surace. “Ma non è mai stata accertata una influenza concreta”, ha riferito l’ispettore.

E’ spuntata fuori anche una telefonata intercettata il 29 aprile 2012 alle 18.18 tra Americo Pilati, presidente di Federalberghi e Domenico Surace, presidente della Gm. Pilati si lamentava del consigliere Carpano e del sindaco sulla organizzazione dello spettacolo dei fuochi d’artificio. Va anche precisato che Surace, era al di fuori dell’amministrazione comunale, e quindi non avrebbe avuto alcun peso politico in questa vicenda tanto da poter convincere l’amministrazione a correre ai ripari su scelte e programmazione.

Sia il pm Bogliolo che i difensori hanno rinunciato alla testimonianza dell’ex segretario Germanotta. Assenti per malattia Rodolfo Leone e Francesco Zunino, il primo è stato revisore dei conti, il secondo ex presidente della  società. L’ex sindaco Angelo Basso e la figlia Angela saranno ascoltati il prossimo 23 ottobre. Sotto processo oltre a Chiappori ci sono il vice Cristiano Za Garibaldi, l’assessore Bruno Manitta, l’ex assessore Francesco Bregolin, l’amministratore unico di Gm Domenico Surace, il padre di quest’ultimo, Giovanni e l’ambulante Giovanni Sciglitano.