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“Nessun gadget fascista nei nostri negozi”: ecco perché la legge Fiano in provincia di Imperia sarebbe inutile

22 settembre 2017 | 15:42
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“Nessun gadget fascista nei nostri negozi”: ecco perché la legge Fiano in provincia di Imperia sarebbe inutile

Mercatini del broccante e commercio al dettaglio: “Ufficialmente non vendiamo nulla, ma a comprare sono in tanti”

Imperia. Bandiere, ciondoli, orologi, magliette, calendari, libri: il mercato di gadget e memorabilia del Ventennio è fiorente anche in provincia di Imperia. E se per acquistare un calendario con l’effige di Benito Mussolini basta recarsi in edicola, per molti altri oggetti i nostalgici del Duce si servono in alcuni negozi “specializzati”, la maggioranza online, che propongono oggettistica inerente il Ventennio fascista.
Un mercato sotterraneo, almeno in provincia, dove la vendita di oggetti legati a Benito Mussolini avviene sempre sottobanco. “Nessuno qui ti dirà mai che tratta questo tipo di mercanzia”, dice un commerciante, che chiede di restare anonimo, “In molti casi si tratta di scambi tra appassionati, in molti altri di vera e propria vendita di oggetti ad appassionati di storia e fanatici mussoliniani che spendono l’ira di Dio per acquistare ricordi del Duce”.

Proposta di legge. Un commercio, quello delle memorabilia del Ventennio, che potrebbe essere presto vietato. Così come prevede il disegno dilegge “Fiano”: “Chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena di cui al primo comma è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici”. Questo il testo della proposta di legge del deputato PD Emanuele Fiano, approvato dalla Camera dei Deputati con 261 sì, 122 no e 15 astenuti. Una pena da sei mesi a due anni di reclusione per chi fa il saluto romano in pubblico o anche per chi vende materiale che richiami i regimi totalitari. Dopo il passaggio alla Camera, lo scorso 12 settembre, il d.d.l. approderà ora in Senato per l’approvazione definitiva. Se il disegno di legge incontrerà il favore anche del secondo ramo del Parlamento, se ne discuterà nuovamente alla Camera dopodiché nel codice penale italiano verrà introdotto l’articolo 293-bis concernente il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista.

Nostalgici in provincia. “Governare gli italiani non è difficile, è inutile”, è un’affermazione attribuita a Mussolini che ben si addice a questa legge: completamente inutile”, dichiarano gli appassionati che, da parte loro, non smetteranno certo di acquistare oggetti dedicati al Duce come chi li vende non smetterà di farlo: “Nessun oggetto del genere è ufficialmente in vendita, in provincia di Imperia”, ribattono. “Ufficialmente”, perché poi si trova di tutto e di più, dalle magliette con le frasi e i simboli del regime, che tanto piacciono ai ragazzini, ad orologi, accendini, bandiere e libri: destinati ad una clientela più grande. “Di solito a comprare questi oggetti sono persone dai 40 anni in su”, spiega un rivenditore, “Il 90% degli adulti se trova una cosa che richiama il fascismo la compra. A tutti noi comunque ricordiamo di andare a Predappio per un devoto omaggio alla salma del Duce”. E i più giovani? “Comprano, ma con meno consapevolezza. Certi ragazzi magari non sanno nemmeno chi era e cosa ha fatto, ma quando vedono una maglietta con la scritta “Me ne frego”, “Molti nemici molto onore” o “Credere, obbedire e combattere” la vogliono perché piace. Così come piace la maglietta con la faccia di Che Guevara: artisticamente è una bella immagine e la gente la compra”.

Benito Mussolini vs fascismo. “Gli uomini della storia hanno il loro fascino. Sempre. Benito Mussolini è un personaggio popolare e non verrà dimenticato”. Una cosa sembra essere chiara: la richiesta del mercato è ben precisa: non si acquistano oggetti che inneggiano al fascismo, almeno non per la stragrande maggioranza, ma solo ed esclusivamente ricordi del Duce. “Si vende e si compra, o si scambia, tutto quello che in qualche modo richiama il Duce, Mussolini, l’uomo. Non il partito nazionale fascista. Mussolini è l’unico uomo del Novecento che ha lasciato veramente il segno. Hitler verrà ricordato solo come un criminale: Mussolini no, Mussolini verrà ricordato per il suo ruolo politico e per quello che ha fatto”.

Apologia del fascismo. Il reato esiste già ed è quello previsto dall’art. 4 della legge 20 giugno 1952, n. 645. Anche detta “Legge Scelba” vieta la riorganizzazione del disciolto partito fascista. “Non verrà mai ricostruito: qui la questione è diversa, viene reso il giusto omaggio ad una figura storica, Mussolini, e viene ricordato un importante periodo storico“, dicono gli appassionati, “Si tratta del patrimonio storico italiano e non può essere cancellato. Per questo la proposta di legge è del tutto inutile”. “Anche Giorgio Almirante (storico segretario del Movimento Sociale Italiano nonché reduce della Repubblica Sociale Italiana, n.d.a.) lo ha detto a chiare lettere: siamo in democrazia, il PNF non ci sarà più”, dice uno storico. Eppure nonostante l’Italia sia una repubblica democratica, almeno in provincia di Imperia nessuno apertamente tiene a far sapere di vendere oggetti con l’effige del Duce. Perché? “C’è ancora troppa rabbia in giro”, dice un negoziante, “Sia nei confronti dei partigiani che nei confronti dei fascisti. Non dichiarerò mai che vendo certi oggetti e lei non deve scriverlo, altrimenti magari qualcuno mi dà fuoco al negozio. Le memorabilia si comprano su internet: questa è l’unica risposta che avrà”.
E se il d.d.l. dovesse diventare legge? “Anche la droga è vietata, eppure gli italiani la comprano. Allo stesso modo continueranno a comprare i gadget mussoliniani perché gli italiani sono ingovernabili: anche in questo aveva ragione Mussolini”.