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Livorno in ginocchio per il maltempo: da Imperia parte la colonna mobile della protezione civile

11 settembre 2017 | 10:29
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Livorno in ginocchio per il maltempo: da Imperia parte la colonna mobile della protezione civile
Livorno in ginocchio per il maltempo: da Imperia parte la colonna mobile della protezione civile
Livorno in ginocchio per il maltempo: da Imperia parte la colonna mobile della protezione civile
Livorno in ginocchio per il maltempo: da Imperia parte la colonna mobile della protezione civile

A bordo dei mezzi anche due volontari della Croce Bianca di Imperia, Roberto Rovera e il figlio Mathieu

Imperia. “Questa mattina sveglia presto, si va a dare una mano agli amici di Livorno”, con queste semplici parole due volontari della Croce Bianca di Imperia, Roberto Rovera e il figlio Mathieu, hanno salutato gli amici su Facebook e sono partiti alla volta della Versilia messa in ginocchio dall’alluvione che ha causato sei morti e due dispersi, una giovane donna e un uomo che dopo ore di ricerche ancora non si trovano. Tra le vittime accertate, c’è anche un bambino di 4 anni, morto insieme al nonno eroe che ha perso la vita nel tentativo di salvare quella del suo nipotino.

Quattro ore di pioggia ininterrotte tra le due e le sei del mattino nella notte tra sabato e domenica scorsi e un bilancio tragico, quello della conta dei morti e dei danni causati dal violentissimo nubifragio che si è abbattuto su Livorno. E’ proprio nel capoluogo di provincia toscano che si recherà la colonna mobile della protezione civile, di cui fanno parte altri volontari che andranno in missione partendo da tutta la Liguria. Tra questi ci sono i due volontari della Croce Bianca, entrambi elettricisti ed idraulici di cui in questo momento, nella città piegata dal maltempo, c’è un grande bisogno.

A bordo di mezzi dotati di apparecchiature tecniche tra cui pompe idrovore, i volontari raggiungeranno la Versilia dove restano strade e abitazioni sommerse da fango e acque limacciose: il segno di una tragedia, forse annunciata, come quella dell’esondazione del rio Maggiore, un torrente “tombato” da anni che sfocia nel mar Tirreno ad un centinaio di metri dalla zona in cui le sue acque hanno sterminato un’intera famiglia.