La Svolta, sentenza della Corte di Cassazione: Vincenzo Marcianò e Giuseppe Gallotta tornano in carcere

15 settembre 2017 | 20:59
Share0
La Svolta, sentenza della Corte di Cassazione: Vincenzo Marcianò e Giuseppe Gallotta tornano in carcere
La Svolta, sentenza della Corte di Cassazione: Vincenzo Marcianò e Giuseppe Gallotta tornano in carcere
La Svolta, sentenza della Corte di Cassazione: Vincenzo Marcianò e Giuseppe Gallotta tornano in carcere
La Svolta, sentenza della Corte di Cassazione: Vincenzo Marcianò e Giuseppe Gallotta tornano in carcere

Dal pomeriggio di oggi, i carabinieri hanno eseguito gli ordini di carcerazioni emessi dalla procura generale

Vallecrosia. Torna in carcere Vincenzo Marcianò, figlio di Giuseppe “Peppino” Marcianò, considerato il capo della “locale” della ‘ndrangheta e deceduto lo scorso gennaio.
In serata, l’uomo, 40 anni, è stato prelevato dalla sua abitazione a Vallecrosia per essere condotto al carcere Marassi di Genova a bordo di un’ambulanza scortata dai carabinieri. 
E’ questa una delle tredici esecuzioni di fine pena emesse dalla procura generale a carico di altrettanti imputati ed eseguite dai militari dell’Arma dopo il pronunciamento della Corte di Cassazione che ha di fatto annullato la sentenza di assoluzione in secondo grado d’appello e confermato le condanne degli imputati nel processo “La Svolta”.
In carcere sono stati tradotto anche Giuseppe Gallotta, 51 anni, prelevato all’interno della propria abitazione a Ventimiglia, e Vincenzo Marcianò, nipote di Giuseppe.

I tre erano stati condannati in primo grado per il reato 416/bis: mentre a “Vincenzino” era stata comminata una pena a 9 anni di reclusione, per Gallotta i giudici avevano chiesto una condanna a 14 anni di carcere. Sette anni di carcere per il secondo Vincenzo Marcianò, 69 anni.

Sono stati trasferiti in diverse case di reclusione (nove al Marassi di Genova), anche Annunziato Roldi, Maurizio Pellegrino, Ettore Castellana, Omar Allavena, Salvatore Trinchera, Paolo Macrì, Salvatore De Marte. Filippo Spirlì era già detenuto per altra causa ed il provvedimento è stato eseguito dalla polizia penitenziaria. Armando d’Agostino e Giuseppe Calabrese sono stati rintracciati rispettivamente in Toscana dai militari del nucleo investigativo di Genova ed in Calabria dai carabinieri della compagnia di Villa San Giovanni e dello squadrone eliportato cacciatori di Vibo Valentia.

Nell’operazione, in provincia, sono stati impiegati più di 50 carabinieri: il nucleo investigativo, le compagnie di Ventimiglia, Bordighera, Sanremo e Imperia, in perfetta sinergia, hanno dato corso alle operazioni a partire dalle 16, rintracciando i destinatari dei provvedimenti.